lunedì 16 gennaio 2017

#SPILLI / Comandanti, antipolitica, giocatori di roulette e non solo (M. Ferrario)


Scrive Marco Travaglio (Sogno o sondaggio?, 'Il Fatto Quotidiano', 15 gennaio 2017):

«Gentiloni dimesso dall’ospedale è un’ottima notizia. Il generale Del Sette non dimesso da comandante dei Carabinieri, sebbene indagato per rivelazione di segreto e favoreggiamento a chi avrebbe truccato il più grande appalto d’Europa, è una pessima notizia. E non perché indagato significhi colpevole, ma perché un capo delle forze dell’ordine dev’essere al di sopra di ogni sospetto; perché, a indagare su di lui sono i carabinieri del Noe suoi sottoposti; e soprattutto perché, se Del Sette volesse fare non il comandante, ma l’allievo carabiniere, si vedrebbe respingere la domanda visto che l’Arma esclude chi, pur incensurato, non dimostri una “condotta incensurabile”. 
Dunque il governo Gentiloni stabilisce standard di trasparenza più blandi per comandare i Carabinieri che per arruolarvisi: per ricevere ordini non devi essere sospetto, per darli sì. »

Davvero incredibile. 
Prima la censura della grande stampa e delle grandi tv sull'indagine in corso, la quale riguarda un appalto da 4,7 miliardi (diconsi 4,7 miliardi), che in qualche modo sfiora il 'giglio renziano'. 
Poi la decisione di confermare il comandante dei carabinieri, ad oggi non considerabile colpevole ma certamente sospettato di reati tanto gravi come rivelazione di segreto e favoreggiamento. 

È questa la vera antipolitica, avversaria della democrazia.
Quella che alimenta e diffonde a piene mani le tossine del qualunquismo, della rassegnazione, del disgusto, della rabbia, dell'odio...

E questo mentre Matteo Renzi, uscito troppo presto da quel silenzio post-disfatta referendaria che ci ha lasciato finalmente respirare e rivivere con un minimo di benefica normalità per qualche settimana, si lascia intervistare da Ezio Mauro di 'Repubblica' (qui) per ripetere, con finta umiltà ed esibita stucchevole falsa autocritica, la solita fuffa retorica che lo fa credere sempre nel giusto e innocente, al centro di tutto, dei mille giorni passati e del futuro naturalmente radioso che verrà. 

Non concordo con Eugenio Scalfari quando, al termine del suo editoriale domenicale, che si sviluppa a fianco della infinita intervista di Ezio Mauro all'ex premier (qui), qualifica come 'precise' le risposte di Renzi (si vede che il concetto di precisione è opinabile), ma concordo con lui quando definisce l'ex presidente del Consiglio, più che uno statista, un 'giocatore di roulette'. 

Io, ripensando a tutte le solenni dichiarazioni di impegno sempre disattese (solo per indicare le tre principali: "mai al governo se non passando dal voto", "enricostaisereno", "via dalla politica se perdo al referendum"), aggiungerei anche qualcos'altro che in una casa da gioco potrebbe porre qualche problema di entrata, per il futuro, ad un 'giocatore di roulette'. 
Mi risulta infatti che i bari, in genere, vengano allontanati dai casinò. 

E' vero: l'Italia, per come è stata ridotta anche da Renzi, non ha la 'o' finale accentata di 'casinò', ma 20 milioni di No potrebbero valere più di un croupier. 
In questo caso, tra l'altro, potrebbero essere di aiuto per far mantenere all'interessato, una volta tanto, la parola data: lui, nell'intervista, dice che, subito dopo aver 'straperso' (verbo scelto da lui stesso a mo' di sintesi di una sedicente 'analisi' all'ultima assemblea nazionale del Pd), aveva 'pensato di andarsene' (dimenticando che aveva ripetuto per l'ennesima volta, nel gennaio 2016, in Senato, la sua perentoria, formale e ufficiale promessa di lasciare tutto in caso di sconfitta, evocando per questo addirittura il binomio 'dignità' e 'credibilità'), ma poi si era detto che, se se ne fosse andato, avrebbe potuto essere considerato un 'vigliacco'. 

E così ha preferito perdere un'altra delle sue tante facce: una di quelle che ha sempre pronte per l'uso quando dice che ci mette la faccia.

Del resto commentatori e lacché (spesso in oscena sovrapposizione) sono sempre pronti a giustificare: in politica, si sa, le cose si dicono, ma mica si fanno...

Per questo la politica è la miseria della politichetta melmosa di oggi. 
E chi chiede notizie dell'etica è un moralista.

*** Massimo Ferrario, Comandanti, antipolitica, giocatori di roulette e non solo, per Mixtura

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