Il tempo dell'anima
ha un ticchettio confuso,
imperfetto e sregolato,
personale e soggettivo:
non è freddo e razionale,
preciso e puntuale,
insindacabile e inequivocabile,
come il cronometro al polso
o l'orologio del telefonino.
Il tempo dell'anima
può infastidire, spiazzare, sgomentare
perché la sua regola
è la regola sua:
non va col tempo dei traffici e della città
perché il suo ritmo
- intimo, interiore, segreto -
batte diverso per ognuno di noi.
E pulsa in silenzio,
senza mai essere
silenzioso.
Sì, occorre far presto.
Subito.
Adesso.
Finché siamo in tempo.
Forse,
per poco
ancora,
se ascolteremo
- chini
su di lui e dentro di noi -
questo nostro personale
e quasi impercettibile
palpito umano
- che sa essere
quieto e furibondo,
sereno e iracondo,
lento e scatenato,
pacifico e indignato -
riscopriremo
l'essenza umana
cos'è.
E noi cosa siamo.
O cosa abbiamo smesso di
essere.
E il tempo dell'anima
ci insegnerà
le emozioni:
per tornare ad essere
di nuovo
umani.
*** Massimo Ferrario, Occorre far presto, 2016, per Mixtura
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