giovedì 7 aprile 2016

#EX LIBRIS / Guerra, quando si uccide (Francesca Marciano)

Ecco forse è questo quello che succede quando si ammazza un uomo, ho pensato: si perde un pezzo di sé. Ogni morto è un pezzo d’anima che si stacca. Alla fine si va in giro come un buco nero, si diventa un involucro freddo, vuoto. Era proprio quella voragine ciò che mi aveva fatto paura del Biondo, del sudafricano, di General Dynamics. Gli uomini afghani al contrario sembrava che si fossero appesantiti via via, come se ogni uomo ucciso fosse una pietra che si erano caricati sulle spalle, finché loro stessi erano diventati pietre. Me ne ero accorta mentre fotografavo Malik. Nell’obiettivo avevo visto il suo peso specifico: un piccolo uomo intagliato nella roccia, che a calarlo nell’acqua sarebbe andato a picco come una palla di piombo. Questo peso diventava una specie di gravitas, come se uccidere un uomo fosse un mestiere necessario che questi uomini si erano tramandati quietamente di padre in figlio e non una perdizione, un punto di non ritorno. Forse per questo motivo apparivano solenni e pesanti, invece che psicotici e svuotati come gli occidentali. 

*** Francesca MARCIANO, scrittrice, La fine delle buone maniere, romanzo, Longanesi, Milano, 2007
https://it.wikipedia.org/wiki/Francesca_Marciano

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