mercoledì 6 gennaio 2016

#SPILLI / Leggi, italiane (M. Ferrario)


Dal testo della legge di stabilità 2016:

«265. Le disposizioni in materia di requisiti di accesso e di regime delle decorrenze vigenti prima della data di entrata in vigore dell'articolo 24 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, ferme restando, nei limiti definiti ai sensi del comma 263, le salvaguardie previste dall'articolo 24, comma 14, del medesimo decreto-legge n. 201 del 2011, e successive modificazioni, dall'articolo 22 del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, e successive modificazioni, dall'articolo 1, commi da 231 a 234, della legge 24 dicembre 2012, n. 228, e successive modificazioni, dagli articoli 11 e 11-bis del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 102, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 ottobre 2013, n. 124, e successive modificazioni, dall'articolo 2, commi 5-bis e 5-ter, del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 101, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 ottobre 2013, n. 125, dall'articolo 1, commi da 194 a 198, della legge 27 dicembre 2013, n. 147, dall'articolo 2 della legge 10 ottobre 2014, n. 147, e dai relativi decreti attuativi del Ministro del lavoro e delle politiche sociali 1o giugno 2012, 8 ottobre 2012, 22 aprile 2013 e 14 febbraio 2014, pubblicati, rispettivamente, nella Gazzetta Ufficiale n. 171 del 24 luglio 2012, n. 17 del 21 gennaio 2013, n. 123 del 28 maggio 2013 e n. 89 del 16 aprile 2014, continuano ad applicarsi ai seguenti soggetti che maturano i requisiti per il pensionamento successivamente al 31 dicembre 2011...» 

*** da 'tuttoPA', 30 dicembre 2015, qui

Naturalmente, un principio fissato nel diritto italiano è che la legge non ammette ignoranza.
Dunque neppure ammette che uno possa non capire. 
E quindi se uno, per caso, non capisse il testo di cui sopra (il che naturalmente non è un'ipotesi, ma una certezza), problemi suoi.

Nulla di nuovo. 
E' questo il rispetto che chi fa le leggi ha per noi cittadini. 
Dovremmo saperlo. 
E se non lo sappiamo ancora, qui davvero siamo colpevoli noi: di ignoranza.

Mi piacerebbe fare un test su chi ha scritto il testo di cui sopra. 
Non un test di follia: la follia è evidente. 
Ma un test di comprensione: per capire quanto hanno capito di ciò che hanno scritto quelli che hanno scritto una simile mostruosità. 
Anche se, per la verità, sarebbe un test inutile: loro non hanno bisogno di capire. Se no, non starebbero lì dove stanno a fare ciò che fanno nel modo in cui lo fanno.

E dire questo, purtroppo, non è qualunquismo.
Peraltro, averci fatto assomigliare ai qualunquisti di un tempo è, per me, la 'loro' maggiore colpa.
Imperdonabile.

*** Massimo Ferrario, per Mixtura

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