giovedì 3 dicembre 2015

#MOSQUITO / Serenità, spendere utilmente la giornata (Enzo Biagi)


Ho conosciuto un uomo felice che viveva solo in un villaggio, Pekola, tra i boschi della Finlandia, con un cane al quale aveva insegnato, per divertire i bambini, il salto mortale, e un cavallo orbo, scartato dall’esercito. Il suo nome era Robert De Caluwè, ma i ragazzi lo chiamavano Padre Robert. Parlava otto lingue e sapeva adoperare anche l’accetta e il piccone. La sua casa era fatta con i tronchi d’albero, e anche la piccola chiesa.

Appena si faceva giorno, Padre Robert faceva squillare la campanella, la civetta smetteva di cantare e attaccavano i merli e le ghiandaie.

Lui andava in cappella a celebrare la gloria del Signore. Nei paesi vicini vivevano quattro o cinque cattolici: li vedeva, qualche volta, la domenica e la notte di Natale. Quando Padre Robert diceva: «Andate, la messa è finita», il cagnetto si allontanava scodinzolando. 

Gli piaceva pensare che forse un giorno sarebbe stato possibile andare nel Paese dei comunisti a predicare il Vangelo. È arrivato, ma io non so più nulla di Padre Robert, di quello che è stato di lui. 

Al momento in cui ci congedammo, mi disse: «Vorrei essere sereno come l’operaio che ha speso utilmente la sua giornata, sereno senza orgoglio. Lei conosce Bernanos: “La grazia consiste nel dimenticarsi”».

*** Enzo BIAGI, 1920-2007, scrittore e giornalista, Odore di cipria, Rai-Eri Rizzoli, 1999


1 commento:

  1. Ho conosciuto de Caluwe nel 1959. Lo ricordo benissimo. Come se il tempo non fosse passato. Avevo allora 5 anni. Ricordo la sua casa nel bosco che si era costruito da solo. Aveva un piccolo cane che aveva ammaestrato e che obbediva ai suoi ordini come se fosse un maggiordomo. Ho sentito una grande ammirazione per questa persona che pensavo fosse un monaco ortodosso, che viveva come un eremita e che sapeva fare tutto da sé. Non sapevo che fosse cattolico.

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