«Tu hai regole, Guerrieri?» mi chiese a un certo punto Tancredi.
«Regole? Non ci ho mai pensato. Non esplicitamente, almeno. Ma sì, credo di sì. E tu?».
«Sì, anch’io».
«Quali sono le tue?».
«Faccio lo sbirro. La prima regola, per uno sbirro, è non umiliare quelli con cui hai a che fare per via del tuo lavoro. Il potere sulle altre persone è qualcosa di osceno e l’unico modo per renderlo tollerabile è il rispetto. E la regola più importante e anche la più facile da violare. E per te?».
«Adorno diceva che la forma più alta di moralità è non sentirsi mai a casa, nemmeno a casa propria. Sono d’accordo. Non bisogna sentirsi mai troppo a proprio agio. Bisogna sempre essere un po’ fuori posto».
«Giusto. Per me un’altra regola è quella sulle bugie. Bisogna cercare di dirne il meno possibile, agli altri. E nessuna a se stessi».
E poi, dopo aver riflettuto qualche istante: «Il che naturalmente è impossibile, ma almeno bisogna provarci».
*** Gianrico CAROFIGLIO, già magistrato, scrittore, Le perfezioni provvisorie, romanzo, Sellerio, Palermo, 2010.
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