sabato 26 dicembre 2015

#MOSQUITO / Morte, deve avvenire nel cuore per essere creduta (Taiye Selasi)

In realtà, lui era terrorizzato dalla fine delle cose. Non riusciva a capire come faceva la gente ad amare, e poi a non amare più. Persone che amavano, e a un certo punto non amavano più. Come un cuore che a un certo punto smette di battere. (Certo che capiva il come, era il perché che non riusciva a capire). Il dottor Soto una volta gli aveva detto che l’unica vera ragione per cui si preferisce avere varie relazioni e non un partner per tutta la vita era il desiderio di un contatto viscerale, immediato e senza implicazioni liriche, con la nostra «mortalità», questo e nient’altro. Uno dei giovani tirocinanti aveva appena rotto il fidanzamento e adesso si aggirava in sala operatoria con la faccia di uno che avrebbe potuto farsi del male con un bisturi. Il dottor Soto li convocò tutti dopo l’intervento chirurgico per dire: «l’unico scopo di una relazione è quello di inscenare, in miniatura, tutto lo stramaledetto dramma della vita e della morte. L’amore nasce come nasce un bambino. L’amore cresce come cresce un bambino. Un uomo sa bene che deve morire, ma non avendo conosciuto altre realtà che la vita non crede veramente nella propria morte. E poi, un giorno, il suo amore si raffredda. Il cuore dell’amore smette di battere. L’amore muore. In questo modo, l’uomo impara che la morte è la realtà: che la morte può esistere nell’essenza di una persona, la sua morte. La perdita di un animale domestico o di una rosa o un genitore può farlo soffrire, ma non sono convincenti, non abbastanza. La morte deve avvenire nel cuore per essere creduta. Dopo la morte dell’amore, l’uomo riesce a credere nella propria morte». 

*** Taiye SELASI, 1979, scrittrice e fotografa britannica di origine ghanese e nigeriana, La bellezza delle cose fragili, romanzo, Einaudi, 2013. Traduzione di Federica Aceto

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