che lo precede, nello zampettìo
dei messaggeri di frodo sulla neve.
Niente, si sa, succede quando deve,
ogni cosa s’adempie in un momento
che non è il suo. Dentro la carovana
che s’avvicina immobile alla grotta
vi riconosco uno per uno, spiriti
benedicenti, mia carne, mie ossa: e
imploro di restarvi prigioniero
nell’amen che separa il ventiquattro
dicembre dal venticinque dicembre.
*** Giovanni RABONI, 1932-2004, poeta, scrittore, giornalista, Versi di Natale, da ‘Corriere della Sera’, 24 dicembre 1997.
Nessun commento:
Posta un commento