(...) Il trionfo della contro-democrazia, però, sta logorando i suoi stessi protagonisti. La fiducia nei magistrati, infatti, fra i cittadini, dal 47%, nel 2003, è scesa al 35% nel giugno 2015. Tuttavia, anche se non è popolare (e neppure populista) affermarlo, io ritengo che una democrazia (rappresentativa) senza partiti non esista. Non sia "democratica". La politica, i politici: non possono essere rimpiazzati da magistrati, prefetti, imprenditori, giudici, avvocati, chirurghi. Scelti on demand perché " impolitici". Senza generare un senso di " vuoto". D'altronde, 7 persone su 10, in un sondaggio (Demos) di alcuni mesi fa, sostenevano che, in questo clima di confusione, " ci vorrebbe un uomo forte a guidare il Paese".
Matteo Renzi interpreta questi tempi inquieti. Li traduce "a modo suo". Per quanto "politico di professione" che rivendica il primato della politica, Renzi: decide (o dice di farlo) "da solo". È il premier di un governo "personale", il segretario di un partito che non c'è (più). Alla guida di un Paese dove non ci si fida di nessuno. Emblema di un presidenzialismo preterintenzionale, che sfida attori e vincoli della contro-democrazia. Specchio di una democrazia liquida. Fin troppo.
*** Ilvo DIAMANTI, sociologo, sondaggista, saggista, La contro-democrazia, 'la Repubblica', 3 novembre 2015
In Mixtura, altri 3 contributi di Ilvo Diamanti qui
Nessun commento:
Posta un commento