domenica 18 aprile 2021

#SPILLI / Rischio o azzardo? (Massimo Ferrario)

Continua l'ovvio giubilo della destra (almeno quella interna alla maggioranza: l’altra insiste nel denunciare il governo Draghi come fotocopia del precedente Conte) per l'annuncio del 16 aprile, nella conferenza stampa del Presidente del Consiglio, del programma di riaperture a partire dal 26 aprile.
Anzi. Sembra non basti ancora: oltre all'abolizione del 'coprifuoco' delle 22, adesso si vorrebbe una anticipazione delle date praticamente per ogni attività. 
Non è un 'liberi tutti', ma il messaggio gli assomiglia. E poiché la comunicazione è contenuto, ma anche e soprattutto percezione, già tutto si sta predisponendo per la liberazione.

A livello ufficiale, comunque, per ora si è fermi al ‘rischio ragionato’, pronunciato a chiare lettere da Mario Draghi. E ripetuto a media unificati fino al parossismo, come fosse un concetto innovatore che resterà scolpito nei secoli. 
Per la verità il participio passato in forma aggettivale è pleonastico: se è rischio, è sempre ‘ragionato’. Anzi: a voler essere precisini, io che non amo i numeri come quelli che li amano, sostituirei 'ragionato' con ‘calcolato’. E calcolato bene, per giunta. Nel senso che si dovrebbe trattare di un calcolo atto a ‘minimizzarlo’, il rischio. Altrimenti, se non è ragionato, calcolato, minimizzato, il rischio non è più rischio e si chiama azzardo. E meno si minimizza il rischio, più la componente da roulette al casinò, tipica dell’azzardo, è presente. Il che naturalmente poco si concilia con le buone decisioni di buoni leader di impresa o di governo. 
Sempre. E figuriamoci quando si dovrebbe combattere una pandemia.

Per questo, qualche scienziato, dice che il calcolo ‘è fatto male’. 
E  ha profetizzato un possibile probabile disastro, citando le esperienze sia dell’estate scorsa (le vacanze senza freni e le discoteche a gogo) che di questo mese in Sardegna (passata dal bianco al rosso in quindici giorni). Aggiungendovi, come pesante fattore ulteriormente preoccupante, il processo di vaccinazione, specie per anziani e fragili, che ancora, nonostante i proclami quotidiani di generaloni iper-medagliati, non riesce a ‘dare fiato alle trombe’, vuoi per mancanza di trombe e vuoi per incapacità organizzativa nel soffiare nei suddetti strumenti. 

Ma è l'infettivologo Massimo Galli ad essere fuori dal coro. E quindi tutti a ripetere, infastiditi, che è la solita Cassandra: nonostante sia lui che, appunto in quanto Cassandra, finora abbia sempre dimostrato che le sue apprensioni non sono paranoie. 

Il futuro dirà se si tratta di pervicace pessimismo o, ancora una volta, di realismo fondato sul mix di numeri inesorabili e di logica consequenziale
E, naturalmente, data la posta in gioco, c’è solo da tifare perché, in questo caso almeno, sia davvero pessimismo e sia Galli (e chi si trova d’accordo con lui), e non Draghi, a calcolare male: ci sono momenti, infatti, in cui è sano sperare di avere torto marcio. Per il bene del Paese e di noi stessi. 

*** Massimo Ferrario, Rischio o azzardo?, per Mixtura


In Mixtura ark #Spilli di M. Ferrario qui

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