[D: Ritiene che l'America sia un paese libero?]
Se mi consente una parolaccia è "il paese delle fottute opportunità", e in questo rimane certamente un paese libero. La libertà non si raggiunge mai del tutto, ma si cerca, come la felicità. E porta con sé un elemento di rischio, come ogni cosa per cui vale la pena vivere. Per quanto riguarda l'America, il rischio che vive oggi è il conformismo: non si deve dimenticare che tutti gli stati, anche quelli totalitari, offrono lusinghe e tentazioni. Nel momento in cui cediamo, ci abbandoniamo ai dettami del gruppo: e questo rappresenta la negazione della libertà. (...)
[D: C'è una relazione tra cultura e dittatura? In altre parole, la cultura può salvare dalla privazione della libertà?]
Rispondo con una battuta di Iosif Brodskij, che rifletteva sul fatto che Lenin, Stalin e Mao fossero tutti persone istruite: Stalin aveva diretto un giornale, Mao scriveva addirittura versi. Brodskij conclude che il problema è che «l'elenco delle loro vittime era infinitamente più lungo dell'elenco delle loro letture».
A questo riguardo voglio aggiungere un elemento illuminante: sono le scienze umanistiche a spaventare sempre i tiranni.
*** Azar NAFISI, 1948, scrittrice iraniana residente negli Stati Uniti, autrice del recente Leggere Lolita a Teheran, intervistata da Antonio Monda, Azar Nafisi: le mille e una America, 'D', 5 settembre 2015
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