sabato 20 dicembre 2014

#SOCIETA’ / Proiezioni, quando le ritireremo?

Una volta, da piccoli, ci insegnavano l’esamino di coscienza.

Non c’è bisogno di essere credenti per farlo. Anzi, ancor più importante dovrebbe essere per chi, non avendo un Dio, ha solo la propria coscienza. 
E’ un apprendimento che abbiamo quasi tutti dimenticato.

A partire da troppi top manager. Che si credono vincenti anche quando perdono.
Per non parlare dei politici. E di tanti sedicenti statisti.
Nonché di troppi anonimi appartenenti alla cosiddetta ‘società civile’. Troppo spesso incivile.

Buttare la colpa su altri è un fenomeno diffuso. Specie in Italia. 
Tutti (‘vincenti’ in primis) vinceremo davvero, quando impareremo a vincere questa sindrome.
Assumendoci la responsabilità di quanto fatto, ma soprattutto di quanto non fatto. O fatto male. 
Dei successi. Ma soprattutto degli insuccessi. 

La via è semplice, anche se cozza contro il narcisismo imperante. 
‘Ritirare le proiezioni’, si dice in psicologese. 
Cioè: riportare a noi ciò che è nostro. E che abbiamo buttato sugli altri.
Magari anche, con un po’ di ‘ego-puntura’, sgonfiando i nostri Io. 
Per (ri)dare loro la minuscola che gli spetta. 
E che poi ci consentirebbe, finalmente, di relazionarci alla pari con gli altri. 
Anziché sognare di farne a meno. 
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*** Massimo Ferrario, Proiezioni, quando le ritireremo?, ‘spilli’, 1, 18 marzo 2013



Vignetta di Massimo Cavezzali

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