(a Emma, Riccardo, Leo)
Io non so che faccia avrà il futuro.
Gli anni passano e incurvano le spalle,
la vista restringe l’orizzonte
e quel che vedi - ma non te ne accorgi -
rischia di deformarsi
nella seducente nostalgia di un retrovisore.
Io non so che faccia avrà il futuro.
Troppo ingombrante pare essere
il cattivo presente,
e devastante con i suoi aspetti d’ombra:
come un passato che non passa,
isterilisce i sogni e rende
disperanti le speranze.
Io non so che faccia avrà il futuro.
Ma guardo i bimbi giocare:
si toccano, si spingono, si abbracciano,
scherzano, litigano, fanno amicizia,
insieme ridono su e giù dagli scivoli e dalle altalene,
insieme corrono e insieme costruiscono castelli.
E so che il futuro sarà come loro vorranno.
Io non so che faccia avrà il futuro.
Ma non smetto di guardare i bimbi giocare:
hanno sorrisi non truccati
e facce belle, pulite, aperte, vitali,
non ancora deturpate dalle maschere
con cui i grandi si nascondono
per arrivare vincere sopraffare.
Io non so che faccia avrà il futuro.
Però ho un segreto:
guardare i bimbi giocare.
Perché le speranze ritornino
a sperare.
E per risentire aria
nei polmoni.
*** Massimo Ferrario, Io non so che faccia avrà il futuro, inedito, 31 dicembre 2014.
In Mixtura ark #SguardiPoietici qui
forse il futuro non avra i tuoi occhi,
RispondiEliminama sicuramente le tue parole
saranno la luce per gli occhi dei nostri figli!
Caro Massimo Buon Anno
Francesco
Grazie, Francesco.
RispondiEliminaAllarghiamo gli auguri a tutti noi. Ne abbiamo bisogno...;)