Nel corso di 43 anni d’attività clinica, ho avuto modo d’osservare, nelle generazioni più recenti, un crescente numero di persone insicure, prive di una sostanziale autonomia e libertà interiore, oppure completamente assorbite dal compito di sopperire alle proprie carenze ed incapaci di dedicarsi ad altri.
L’origine di tutto questo è da porsi nelle crescenti défaillances, se non in veri e propri processi di dissoluzione, della famiglia.
Quando siamo bambini, abbiamo bisogno d’essere “completati” dai nostri genitori. Abbiamo, perciò, bisogno che i nostri genitori siano persone cresciute, ossia che siano compiuti e definiti come individui autonomi. In un primo momento, ci si sente come tutt’uno con le qualità individuali di papà e mamma; successivamente, crescendo, assimileremo (faremo nostre) selettivamente le qualità che più si adattano alla nostra particolare natura, definita principalmente dalla costituzione e dal sesso che ci appartengono. Altre qualità si svilupperanno dal contatto con altre persone che contribuiscono alla nostra formazione; esse sono comunque costruite, per analogia o per contrasto, sul modello delle caratteristiche di chi ci ha messo al mondo.
Se, da questo processo, emergono precise ambizioni, attitudini, interessi, e mete ideali, ciò costituirà il fondamento di un nuovo individuo “compiuto” come tale e sicuro di sé; ossia un individuo che non ha più bisogno di prendere a prestito le qualità altrui, e che possiede la saldezza interiore che lo rende capace di dedicarsi ad altri, in particolare ai suoi figli. I genitori costituiscono, quindi, l’origine prima della nostra ricchezza interiore.
Se, viceversa, i genitori sono individui “incompiuti” (bisognosi di appoggiarsi ad altri o ad altro, oppure impegnati a tempo pieno a sopperire alle proprie carenze ed incapaci di dedicarsi ai figli) ciò che essi ci trasmetteranno, non sarà la loro ricchezza, ma la loro povertà interiore; povertà che si trasmetterà, di generazione in generazione, nelle persone del futuro.
Ho l’impressione che ciò costituisca il primo fondamento della decadenza dell’intera comunità.
*** Bino AG NANNI, psichiatra, 'facebook', 25 marzo 2017, qui
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