Un giovane occidentale è in viaggio in India, alla ricerca del significato dell’esistenza.
Visita molti templi, incontrando santoni, monaci, guru.
La sua domanda resta senza risposta.
Sta per desistere, quando gli giunge notizia che in cima a una delle vette più inaccessibili dell’Himalaya vive il Vecchio dei Vecchi.
«Se qualcuno sa», gli viene detto, «lui sa».
Il giovane parte e dopo varie settimane, superando non poche difficoltà, arriva finalmente nel luogo indicato.
Il vecchio è seduto, nella posizione della meditazione, con gli occhi fissi alla cima lontana dell’Everest.
Il giovane attende, rispettoso.
Il vecchio è immobile, gli occhi socchiusi.
Passano almeno tre ore.
Poi il giovane, scorgendo un leggerissimo movimento di palpebre del vecchio, rompe il silenzio, parlando sottovoce.
«Sono un giovane, vengo dall’Occidente e sono alla ricerca del significato dell’esistenza. Mi hanno detto che solo voi lo sapete. Potete rivelarmelo?».
Il vecchio fa trascorrere qualche minuto.
Poi, senza muovere lo sguardo dalla lontana vetta dell’Everest, emette un sospiro:
«La vita è… ».
Il giovane guarda le labbra del vecchio, cercando di cogliere ogni sfumatura delle parole che sta per pronunciare.
Ma il vecchio si è interrotto: ha volto lentamente lo sguardo attorno, come per raccogliere ispirazione dall’aria ghiacciata che scende dall’Himalaya.
Il giovane è impaziente di sentire il seguito.
Finalmente il vecchio riprende.
Dice, lentissimamente:
«La vita è come il fiore del loto».
Il giovane americano è sorpreso.
Continua a osservare intensamente il vecchio mentre ripete più volte, dentro di sé, la sentenza, cercando di trarne il significato profondo.
E’ perplesso.
Ripensa ai giorni di viaggio, alla fatica della ricerca del saggio che potesse illuminarlo.
Cade un lungo silenzio.
Poi, un lieve aggrottar di ciglia sul volto del Vecchio dei Vecchi.
Che distogliendo lo sguardo dalla montagna lontana e, con una certa preoccupazione, domanda al giovane:
«Tu forse hai qualche altro suggerimento?».
*** Massimo Ferrario, La vita è..., 2013-2017, per Mixtura. Riscrittura di una famosa favola, anche riportata in Peter L. Berger (1997), Homo ridens, Il Mulino, Bologna, 1999.
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