Gli davamo miglio, non troppo,
a sufficienza perché non si stancasse,
gli davamo acqua, un ditale,
perché gli ricordasse la sorgente
aprivamo la porta, appena un po’
perché il cielo gli colpisse l’occhio
e abbiamo messo un pezzo di specchio nella sua gabbia
perché vedesse direttamente la nuvola.
Restava immobile con le ali palpitanti.
Così cantava.
*** Solveig von SCHOULTZ, 1907-1996, scrittrice, poetessa, insegnante finlandese di lingua svedese, Cuore, 'Il canto delle sirene', 16 marzo 2017, qui
https://en.wikipedia.org/wiki/Solveig_von_Schoultz
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