Esistono in ogni singolo, al di fuori delle reminiscenze personali, le grandi immagini “primordiali”, come le ha definite appropriatamente Jakob Burckhardt, ossia le possibilità ereditarie di umana rappresentazione, così com’essa è da tempi immemorabili. Questa ereditarietà, che è un dato di fatto, spiega un fenomeno di per sé singolare: la presenza su tutta la terra, in forme identiche, di determinati elementi e motivi leggendari. Essa spiega inoltre perché i nostri malati di mente possono riprodurre esattamente le stesse immagini e gli stessi costrutti che noi conosciamo attraverso testi antichi. Alcuni esempi di questo tipo sono raccolti nel mio libro Simboli della trasformazione (1912/1952).34 Io non sostengo affatto che le rappresentazioni siano ereditarie: ciò che si eredita è la possibilità di rappresentare, il che costituisce una notevole differenza. (...)
A queste immagini o motivi ho dato il nome di archètipi (talora anche “dominanti”). (...)
Gli archetipi non sono soltanto, a quanto pare, impronte di esperienze tipiche sempre ripetute, ma al tempo stesso si comportano anche empiricamente come forze o tendenze a ripetere le stesse esperienze. Infatti ogni volta che un archetipo appare nel sogno, nella fantasia o nella vita, reca con sé un certo “influsso” o una forza, grazie alla quale agisce “numinosamente”, ossia come forza fascinatrice o come incitamento all’azione. (...)
Le immagini infatti non contengono soltanto le cose più belle e più grandi che l’umanità ha sempre pensato e sentito, ma anche ogni più orrenda infamia e ogni diavoleria di cui gli uomini siano mai stati capaci. Grazie alla loro specifica energia (esse si comportano infatti come centri autonomi, carichi di potenza), esercitano un effetto fascinatore e possessivo sulla coscienza e possono perciò alterare considerevolmente il soggetto.
*** Carl Gustav JUNG, 1875-1961, medico e psicoanalista svizzero, fondatore della psicologia analitica, Psicologia dell'inconscio, V edizione, 1943, in Due testi di psicologia dell'inconscio, in Opere 7, da L'inconscio personale e l'inconscio sovrapersonale o collettivo, capitolo 5, Bollati Boringhieri (edizione digitale 2015)
https://it.wikipedia.org/wiki/Carl_Gustav_Jung
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