Come hanno ben scritto analisti quali Renzo Guolo e Domenico Quirico, chi si radicalizza nel panislamismo combattente sta inseguendo «l’ultima utopia», ovvero un’avvolgente e obnubilante ideologia totalitaria, l’ultima grande narrazione consolatoria disponibile, un delirio di barbarie in cui il bene e il male, gli amici e i nemici sono ben distinti, e in cui tutto diventa mostruosamente chiaro. Rifiutare la cultura dominante e omologante, trucidare i crociati, gli infedeli e gli oppressori, sottomettersi docilmente a una verità superiore: la bussola è chiara, la vita riprende un senso, non serve pensare ad altro. Dinanzi a questa forza oggettiva di persuasione psicologica, indirizzata allo sgozzamento dell’infedele, quali grandi e convincenti narrazioni alternative sono rimaste? Le leggi salvifiche del mercato? Le burocrazie dei pareggi di bilancio? I balletti dei summit internazionali inconcludenti?
In assenza di prospettive sociali, circondati da ingiustizie e disuguaglianze, povertà, disperazione, senso di sconfitta, desiderio di rivalsa, il potere di presa naturale delle credenze fondamentaliste e del loro cameratismo dilagherà sempre più.
*** Telmo PIEVANI, 1970, filosofo ed epistemologo, docente di filosofia delle scienze biologiche presso il dipartimento di Biologia dell'università di Padova, saggista, Il fondamentalismo: tentazione neuronale permanente, MicroMega, 1 , 2017
https://it.wikipedia.org/wiki/Telmo_Pievani
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