Passerà alla storia come la donna che era al timone durante il naufragio del marchio Yahoo!, ma sembra intenzionata a continuare a stupire. In un’intervista a Bloomberg BusinessWeek, Marissa Mayer ha dichiarato che in Google si arrivava a lavorare «130 ore a settimana». Pallottoliere alla mano, si tratta di più di 18 ore al giorno, fine settimana compresi. Per decretare il successo di una nuova impresa, incalza infatti la manager passata dal colosso di Moutain View a quello di Sunnyvale per provare a risollevarne le sorti, è sufficiente osservarla durante il weekend. Se opera ha qualche chance di farcela. Il duro (durissimo) lavoro prima di qualsiasi cosa, quindi.
Mayer, che ha già sfoggiato questo approccio prendendo solo due settimane di maternità dopo la nascita del primo figlio e negando il telelavoro all’interno dell’azienda acquistata da Verizon per 4,8 miliardi di dollari, entra nel merito della ricetta del dipendente (si fa per dire) perfetto: pianificare le ore di sonno, la doccia e il numero di volte in cui si va in bagno. Dormire sul posto di lavoro è auspicabile sia di giorno sia di notte, «è più sicuro rimanere che scendere nel parcheggio e andare a prendere la macchina alle tre di notte», grazie alla nap room. La stanza del sonnellino. (...)
*** Martina PENNISI, giornalista, Il successo secondo Marissa Mayer? Lavorare 130 ore a settimana, 'corriere.it', 7 agosto 2016
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