«Traslocato»
«Traslocato?»
«Sì, traslocato»
«Ma dove?»
«Nella via qui dietro»
«E come si chiama questa via?»
«Via del passato»
«Il futuro in via del passato?»
«Sì, in via del passato»
«E come mai ha traslocato?»
«Tutto solo, aveva paura»
«Non mi dica…»
«E’ così»
«Lei mi sta dicendo che il futuro aveva paura…?»
«Già, paura. Non c’è altro nome»
«Non capisco… Eppure una volta...»
«Una volta era una volta. E adesso è così, caro signore»
«Pensare che avevo conosciuto suo padre...»
«Anch’io, ci frequentavamo spesso»
«Allora lo ricorda…»
«Certo che lo ricordo, come si fa a dimenticarlo? Non c’è confronto»
«Il padre. Alto, bello, svettante. E coraggioso»
«Vero. Il figlio, invece. Tutto l’opposto. Piccolo, mingherlino, rattrappito. E poi, soprattutto...»
«Cosa?»
«Sta male»
«E’ malato?»
«Sembra»
«Ma cos’ha?»
«Nell’anima. E’ sfiduciato. Depresso. Non crede più in se stesso»
«Ma cosa mi dice? E’ terribile»
«Non se l’aspettava?»
«No, be’, veramente... Forse, a guardar bene, un po’ si intuiva...»
«Basta vedere chi frequenta»
«Chi frequenta?»
«Solo un amico. Dice che è il suo unico vero amico»
«Davvero?»
«Non vuole stare con nessun altro. Sta tutto il giorno chiuso in casa»
«Lui, il futuro, chiuso in casa?»
«Sì. Tiene anche le persiane sempre abbassate»
«Tutto solo?»
«No. Con lui. Con questo suo amico»
«Ma allora sta proprio male»
«Malissimo. Ormai è un’ombra. La sua ombra»
«La sua ombra?»
«Sì, la sua ombra»
«Di questo suo amico?»
«Già»
«Ma come mai?»
«Pare che invidi la sua immortalità»
«Ma allora è proprio matto»
«Dice che ha trovato un amico che non morirà mai. E vuole essere come lui»
«Ma è impossibile. Tutti moriamo»
«Qui lei sbaglia, caro signore. In effetti il suo amico non morirà mai. Ed è questo il suo fascino»
«E chi sarebbe questo unico vero amico immortale di cui si è innamorato il futuro?»
«Scusi, non l’ha ancora capito?»
«Ma veramente…»
«Si guardi in giro, si aggiorni»
«Non vorrà dire che…»
«Sì invece. E’ proprio così. Anche lei lo sa. Deve solo avere il coraggio di dirlo. Lo dica»
«Il … passato?»
*** Massimo Ferrario, Scusi, cercavo il futuro, aprile 2009.
Anche in 'losguardopoIetico', 256, 29 dicembre 2013, qui
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