L’Associazione Italiana di Etica Economica organizza un convegno a Firenze, cui sono stati invitati come relatori famosi accademici di diritto e rappresentanti del top management e della consulenza.
Si tratta di una quindicina di persone che hanno partecipato, nell’ultimo anno, per conto dell’Associazione, a un gruppo di progetto in tema di codici etici di comportamento. Il convegno intende presentare e discutere i risultati di questo loro lavoro, sensibilizzando istituzioni, imprenditori, manager e professionisti al tema importante dell’“etica degli affari”.
Una decina dei relatori – quattro giuristi e sei tra manager e consulenti - risiede a Milano e decide di darsi appuntamento in stazione per fare il viaggio insieme.
Arrivati in stazione, i quattro giuristi comprano un biglietto ferroviario a testa.
Dei sei manager e consulenti, invece, soltanto uno compra un biglietto.
Ai giuristi la cosa sembra strana: si guardano con aria interrogativa, ma non fanno commenti.
Il treno parte e dopo una mezz’ora il controllore comincia a percorrere il vagone chiedendo i biglietti ai viaggiatori.
Subito, i sei manager e consulenti, senza dare troppo nell’occhio, escono in corridoio e quindi, alla spicciolata, cercano il bagno in fondo alla carrozza, chiudendovisi tutti dentro.
Il controllore verifica i biglietti dei giuristi e passa agli altri scompartimenti.
Giunto al termine del vagone e vedendo il bagno chiuso, si ferma e bussa alla porta.
Dall’interno, un consulente risponde: «Occupato!».
Il controllore risponde: «Biglietti, prego!».
Da sotto la porta, un manager fa passare l’unico biglietto posseduto dai sei.
Il controllore lo prende, lo vidima, lo restituisce ripassandolo sotto la porta e se ne va, mentre i quattro giuristi osservano a distanza la scena.
Al ritorno, giuristi e manager rifanno il viaggio insieme e in stazione i quattro giuristi, questa volta, comprano un solo biglietto per tutti loro quattro.
Ma i sei manager e consulenti non comprano nulla. I giuristi si guardano senza capire, ma non dicono parola.
Più o meno dopo la solita mezz’ora dalla partenza, si preannuncia il controllore.
Subito i quattro giuristi, preoccupati di prevenire i colleghi, cercano il bagno posto alla testa del vagone e vi si chiudono dentro.
Manager e consulenti, con calma, attendono che i colleghi se ne siano andati.
Poi, cinque di loro si dirigono al bagno posto alla coda del vagone e vi si chiudono dentro.
Invece il sesto, un manager, raggiunge l’altro bagno, occupato dai giuristi.
Vi si ferma davanti e bussa.
Da dietro la porta, un giurista risponde: «Occupato!».
E il manager: «Biglietto, prego!».
Il biglietto gli viene passato sotto la porta.
Il manager lo ritira. «Un attimo, prego».
Quindi il manager si trasferisce nella coda del vagone ed entra nel bagno, insieme con i colleghi.
Qui tutti attendono il controllore.
Quando arriva e bussa, uno dei manager risponde «Occupato!».
E passa il biglietto sotto la porta.
Il controllore vidima il biglietto e se ne va.
Alla stazione di arrivo, i sei manager vedono i quattro giuristi fermi sulla banchina.
Li salutano, sorridenti.
Loro non rispondono: sono infuriati.
Hanno i portafogli in mano: il controllore sta firmando per ognuno il verbale di contravvenzione per aver viaggiato senza biglietto.
*** Massimo Ferrario, Al convegno di etica economica, 1999-2015, per Mixtura - Riscrittura e riadattamento di una storiella di autore anonimo.
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