martedì 12 maggio 2015

#TAVOLE #RITAGLI #IMPRESA / Perdiamo il confronto internazionale (Barbara Millucci)


Imprese familiari, confronti internazionali
fonte: Tableau de bord Assolombarda
da 'CorrierEconomia', 11 maggio 2015


Avere radici ben salde e radicate nelle tradizioni di famiglia rende l'azienda più lungimirante e visionaria e, in alcuni casi, più innovativa. 
Secondo una ricerca, in esclusiva su 'ComerEconomia', dedicata al family business e condotta da EY sulle più grandi imprese familiari del mondo risulta che queste ultime «sono fondamentali per l'economia globale, rappresentano più dei 2/3 di tutte le società, contano diversi nomi noti e forniscono tra il 50% e l'80% dell'occupazione mondiale» commenta Donato Iacovone, che guida EY in Italia. 
Il fatto che la successione al timone sia in qualche modo già scritta nel dna è uno dei fattori di successo che rendono vincenti le imprese familiari. 
Secondo l'indagine, l'87°/o delle family business mondiali ha ben chiaro in mente chi sarà l'erede del gruppo, mentre il 90% incontra regolarmente parenti o soci per discutere di business. Ben il 70% degli intervistati prende in considerazione l'idea di nominare una donna come Ceo, quasi certamente una parente, mentre la sostenibilità è molto apprezzata da oltre il 50% delle aziende.
Non solo, un elevato numero di dinastie imprenditoriali (81%) risulta impegnato in attività filantropiche, la metà delle quali fa sapere che intende aumentarle nel 2015. E ancora, 1'85% delle famiglie d'industriali segue un preciso codice etico e il 47% ha una fondazione.
Per capire il peso che le storiche famiglie industriali hanno sul mercato basta pensare che «9 delle 10 più grandi imprese al mondo nel settore del lusso sono a controllo familiare, così come 5 su 10 nella distribuzione e 4 su 10 nel settore automobilistico», prosegue Iacovone. (...)

Secondo Assolombarda, che si è invece concentrata solo sul manifatturiero analizzando un campione di pmi lombarde, il 60% di queste risulta essere a carattere familiare, il doppio di quanto si registra nelle altre principali regioni europee. 
Ad esempio in Germania, nel Baden-Wurttemberg, le imprese dotale di un board al 100% familiare sono il 27%, in Baviera il 32%, nel Rodano-Alpi (Francia) il 26%, mentre nella regione spagnola della Catalogna ancora meno, il 20%. «Per essere competitive le imprese devono essere più strutturate, in modo da avere una visione globale, in gra­do di sviluppare competenze ma­nageriali che possano aiutare un' organizzazione a diventare meno centralizzata e più orientata al­l'innovazione», afferma Alessan­dro Spada, consigliere di Assolombarda per lo sviluppo del ma­nifatturiero e l'internazionalizza­zione. 
Si tratta di realtà padane piccolissime, con appena 11 ad­detti, contro i 39 del Baden-Wurttemberg e i 38 impiegali in Bavie­ra, che anche quando si tratta di prendere decisioni imperlanti coinvolgono poco i rami del­l'azienda. In Italia le decisioni strategiche sono decentralizzate solo nel 15% dei casi, a fronte di quote doppie nelle altre regioni europee. (...)

*** Barbara MILLUCCI, giornalista, Famiglie. Eredi in azienda? Si cresce con la formazione, estratto, da 'CorrierEconomia', 11 maggio 2015

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