(...) A Muurame, come in tutto il Paese, da almeno trent’anni l’economia domestica fa parte del programma della scuola dell’obbligo per gli studenti dai 13 ai 15 anni. Si impara a cucinare, a lavare a mano i capi delicati e a usare il denaro in modo responsabile. Niente di così diverso da quella che era l’economia domestica insegnata nelle scuole italiane fino agli anni Sessanta. Solo che qui partecipano sia i maschi sia le femmine. Tre ore alla settimana per tutti: le loro preferite... (...)
(...) «Insegnare a questi ragazzini come cavarsela da soli in casa significa renderli autonomi», commenta Taru Lahti, che a 31 anni è insegnante di ruolo da 5. Prima a Helsinki, poi qui, nel cuore della regione dei Laghi. «Sono cose di cui tutti avranno bisogno fra cinque anni, quando andranno a vivere da soli». Le fa eco il giovane Petrus. Che ha già deciso. «Dopo la Maturità andrò a vivere a Jyväskylä e mi iscriverò a Economia», spiega asciugandosi le mani sporche di farina su uno strofinaccio. Lo Stato gli garantirà una borsa di studio di circa 500 euro, come a tutti gli studenti del Paese. «Ma nessuno verrà a casa a stirarmi le camicie o prepararmi da mangiare, sicuramente non mia madre. Per questo credo sia giusto, e naturale, che anche i maschi imparino come si fa».
Parole che sgretolano i ruoli di genere, vale a dire cosa la società si aspetta dai maschi e cosa dalle femmine. E misurano tutta la distanza che c’è tra la Finlandia, dove ogni persona adulta nata dopo il 1970 ha imparato a scuola come prendersi cura della casa, e l’Italia. «Dove tutte le iniziative che puntano a eliminare gli stereotipi di genere sono viste con sospetto», dice Emanuela Abbatecola, professoressa associata del Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università di Genova e animatrice della rivista AG- About Gender. «Soprattutto ultimamente, da quando si è iniziato a parlare di una cosiddetta “ideologia del gender” che nemmeno esiste». (...)
Oltre le parole e le paure, restano i dati. Con la Finlandia che nella classifica del «World Economic Forum» sul «Gender Gap», che misura la parità tra i generi, quest’anno si è piazzata al 2^ posto, subito dopo l’Islanda. L’Italia al 69esimo.
«Cambiare la quotidianità, insegnando ai bimbi e alle bimbe come fare i lavori domestici, significa passare da un’idea di conciliazione a una di condivisione, favorendo altresì il passaggio dal concetto di maternità, con le donne uniche responsabili della cura della casa e dei figli, a quello di genitorialità», riprende Emanuela Abbatecola. «Liberare i bambini e i ragazzi dagli stereotipi, che considerano il vero maschio diverso dalle femmine, significa in ultima istanza fare crescere (nuovi) adulti più liberi anche nella vita privata oltre che nel mercato del lavoro»
*** Federica SENEGHINI (testo, foto, video), Nelle scuole finlandesi, dove l’economia domestica è roba (anche) da maschi, 'Corriere.it', 11 maggio 2015
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