a morte dalla vita, dalla storia, all'improvviso
si sveglia, è un mattino di luce che tripudia
nell'anfora - scura, severa -
delle stanze, vede
il celeste del tempo che spiove
da un pertugio di persiana, è la polvere
del mondo che si accende, si sperpera
in baluginii di ambra
com'è dolce, pensa, il fiore
neghittoso dell'esistere, e si siede,
contempla
la teoria semplice delle cose, le sue,
che furono, una per una - lumi ombre disfatte -
sospese
nella loro formula di caso
e di ordine
e ride.
*** Giancarlo PONTIGGIA, 1952, poeta, scrittore, critico, Come chi, ferito, da Il moto delle cose, Mondadori, 2017.
Anche in 'Poesia', settembre 2018.
In Mxtura ark #SguardiPoietici qui
Nessun commento:
Posta un commento