mercoledì 13 settembre 2017

#MOSQUITO / Una generazione narcisista e depressa (Rutger Bregman)

... oggi i bambini sono schiacciati dal peso delle coccole eccessive. Secondo Jean Twenge, una psicologa della San Diego State University che ha condotto una ricerca esaustiva sul comportamento dei giovani adulti oggi e in passato, a partire dagli anni ottanta del secolo scorso c’è stata una brusca impennata nell’autostima. La generazione giovane si ritiene più in gamba, più responsabile e più bella che mai. 
“È una generazione in cui a tutti i bambini hanno detto ‘puoi essere tutto quello che vuoi, sei speciale’,” spiega Jean Twenge. Siamo venuti su con una dieta fissa di narcisismo, ma appena ci sguinzagliano nel grande mondo delle opportunità illimitate ci schiantiamo sempre più numerosi. Scopriamo che il mondo è freddo e duro, pieno di concorrenti e di disoccupazione. Non è una Disneyland in cui esprimi i desideri e vedi realizzarsi i tuoi sogni, bensì una corsa al successo in cui puoi incolpare solo te stesso se non vinci. 
Non è affatto strano che questo narcisismo nasconda un mare di incertezze. Jean Twenge ha anche scoperto che negli ultimi decenni siamo tutti diventati assai più timorosi. Raffrontando 269 ricerche condotte tra il 1952 e il 1993, ha concluso che il bambino medio che viveva all’inizio degli anni novanta in Nord America era più ansioso dei pazienti psichiatrici di quarant’anni prima. Stando all’Organizzazione mondiale della sanità, la depressione è addirittura diventata il maggior problema sanitario degli adolescenti e sarà la prima causa di patologie in tutto il mondo entro il 2030. 
È un circolo vizioso. Mai in passato si sono visti tanti giovani adulti che andavano dallo psichiatra. Mai come adesso ci sono stati tanti esaurimenti nervosi a inizio carriera. Ingurgitiamo antidepressivi come mai prima d’ora. Incolpiamo quasi sempre il singolo per problemi collettivi come la disoccupazione, l’insoddisfazione e la depressione. Se il successo è una scelta, allora lo è anche il fallimento. Hai perso il lavoro? Dovevi sgobbare di più. Malato? Dovevi condurre una vita più sana. Infelice? Prendi la pillolina.

***Rutger BREGMAN, 1988, storico olandese, Utopia per realisti. Come costruire davvero il mondo ideale, Feltrinelli, 2017


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