(via 'facebook', qui)
Mi permetto due righe di commento all'immagine sopra riportata, mostrata in 'facebook' come esempio ammirevole di didattica.
Trovo ovviamente ottimo, in un processo di apprendimento, incoraggiare l'allievo, per rinforzarne le potenzialità. E questo che si tratti di bambini, come in questo caso, o di adulti.
Mi pare tuttavia altrettanto importante che nei confronti di chiunque, dunque anche dei bambini, vengano sottolineati gli errori compiuti: con la matita rossa, o blu, o di qualunque altro colore.
Non per punire, ma per insegnare.
Ad esempio, come in questo caso, per richiamare la correttezza della grafia. O per mettere in guardia dal ripetere due volte la stessa parola ('fantasia'), anche soltanto per semplice distrazione.
Altrimenti, quel 'fantasticoooo', gridato in modo entusiastico a mo' di valutazione da parte dell'insegnante, oltre a suonare eccessivo (come i troppi punti esclamativi cui la retorica corrente ci sta abituando), porta fuori strada.
L'apprendimento, per realizzarsi, ha bisogno di 'feedback' puntuali e onesti: che stimolino, ma non mentano. E ci aiutino a correggerci.
Altrimenti, poi, da adulti, magari pure da laureati, si scrive 'ho' senz'acca, o po' con l'accento, o qual è con l'apostrofo.
Perché ci hanno sempre detto che siamo "fantasticiiiii": per stimolarci e non deprimere la nostra autostima.
Con la conseguenza che ci ritroviamo narcisisticamente 'pompati', forse pure arrogantelli quanto basta ad obbedire allo 'spirito dei tempi', ma ignoranti e incapaci di scrivere, persino nella lingua del Paese in cui siamo nati.
*** Massimo Ferrario, Didattica, l'insegnante, il bambino, per Mixtura
*** Massimo Ferrario, Didattica, l'insegnante, il bambino, per Mixtura
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