e dovremo cercare un'altra volta i fucili
il sonno nell'erba, il pane dato da altri,
saranno i poveri a dirci cosa dovremo fare,
dalla parte di loro si morirà per loro.
Un operaio, un poeta, un mendicante fucilato,
un uomo che non sapeva di politica ma morì lo stesso
bucato come una maglia vecchia solo perché sentì il mondo chiamarlo,
lasciano ognuno cento poveri che la sera
ne parlano all'osteria, davanti ai bicchieri e ai tarocchi.
Non fateci tornare sulle colline, uomini
che dietro le scrivanie giudicate la terra,
non fateci tornare senza donne, senz'altro
vino e sale che non sia il nostro cuore:
ve lo diciamo da ogni piega, da ogni ruga del mondo
dove abita un uomo che desidera solo la sera
e le sue cose meritate, non fateci tornare.
*** Giovanni ARPINO, 1927-1987, scrittore e giornalista, Saranno i poveri, testo inedito tratto dai taccuini giovanili 1944-1950, citato da Massimo Novelli, Giovanni Arpino poeta, i versi giovanili dell'autore, 'Il Fatto Quotidiano', 21 settembre 2017.
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