venerdì 15 settembre 2017

#SENZA_TAGLI / Dislessia sociale e macchina del tempo (Piero Graglia)

Una macchina del tempo. 
L'unica cura per tutti i fascisti, vecchi e giovani, che pensano con nostalgia ai bei tempi in cui il mascellone scorazzava in Italia.

Una macchina del tempo che li riporti ai successi della guerra d'Etiopia, quando gli italiani erano prodighi di iprite e fosgene nei confronti degli etiopi;

una macchina del tempo che li faccia partecipare alla guerra civile spagnola, dove gli italiani furono l'ultima nazione dell'era contemporanea a praticare la guerra di corsa sul mare delle Baleari;

una macchina del tempo che li restituisca, magari come tiepidi fascisti, al clima del post 1926, quando per una battuta critica in osteria meritavi cinque anni di confino in Lucania;

una macchina del tempo che gli offra un parente ebreo, per cui eri escluso da ogni scuola e università del regno, per sempre;

una macchina del tempo che gli insegni che la libertà, il più gran dono che una persona possa avere dalla vita, era negata;

una macchina del tempo che li renda alpino della Cuneese, o della Julia, o della Cosseria, tra il dicembre 1942 e il febbraio 1943, e gli faccia vedere, uno per uno, gli 85mila caduti italiani e i 30mila feriti o congelati.

Ma questa macchina del tempo esiste, e loro non lo sanno. 
Si chiama lettura e studio.
Il fascista, ergo, non sa leggere anche se legge, non sa studiare anche se studia.
Il fascismo, vecchio e nuovo, è dislessia sociale.

*** Piero GRAGLIA, docente del Dipartimento di studi internazionali, giuridici e storico-politici dell'università di Milano, 'facebook', 14 settembre 2017, qui


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