Un giorno Madre Nibbio mandò sua figlia a prendere da mangiare.
La figlia andò, e tornò con un anatroccolo.
«Molto bene,» le disse Madre Nibbio. «Ma dimmi, che cosa ha detto la madre di questo anatroccolo quando sei piombata giù e hai rapito il suo piccolo?».
«Non ha detto niente,» rispose la figlia. «Se n’è solo andata via.»
«Devi restituirle l’anatroccolo,» disse Madre Nibbio. «Questo silenzio è di cattivo auspicio.»
Così la figlia restituì l’anatroccolo, e al suo posto prese un pulcino.
«Che cosa ha detto la madre di questo pulcino?» chiese Madre Nibbio.
«Ha pianto, si è disperata e mi ha maledetta, disse la figlia.
«Allora possiamo mangiare il pulcino,» disse Madre Nibbio. «Non c’è nulla da temere da parte di uno che grida.»
*** Chinua ACHEBE, 1930-2013, scrittore, poeta, saggista, critico letterario nigeriano, 1958, Le cose crollano, La nave di Teseo, 2016
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