"Tornare a casa. Per ripartire insieme". Il motto renziano del Lingotto suona come una presa in giro. Renzi aveva detto mille volte che se avesse vinto il No al referendum costituzionale sarebbe "tornato a casa". Ora scopriamo che era uno slogan a doppiofondo, che c'era una riserva mentale. Come quelle dei gesuiti del Seicento, che facevano andare in bestia Pascal perché dicevano mezza frase a voce alta, e l'altra mezza (che contraddiceva la prima) sottovoce. E colpisce la strumentalizzazione di un plurale che Renzi non aveva mai usato. Era lui a dover tornare a casa: e ora invece è tempo di ripartire insieme. Il problema è: si può credere a Matteo Renzi? (...)
*** Tomaso MONTANARI, storico dell'arte e vicepresidente di Libertà e Giustizia, Si può ancora credere a Matteo Renzi?, 'L'Hffington Post', 11 marzo 2017
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