mercoledì 4 gennaio 2017

#RITAGLI / Post-verità, 5 suggerimenti (Alice Pilia Drago)

(...) Per illustrare come la nostra percezione del mondo sia spesso disconnessa dalla realtà, Ipsos Mori ha intervistato migliaia di persone in Italia e in altri 39 paesi. Secondo la ricerca Perils of Perception 2016 noi italiani siamo convinti che una persona su cinque sia musulmana, quando in realtà lo è soltanto una su 25. Chiara Ferrari – direttrice di Ipsos public affairs, sottolinea anche che “pensiamo, sbagliando grossolanamente, che entro il 2020 un terzo della popolazione italiana sarà musulmana, quando le proiezioni indicano che raggiungeremo a malapena il 5 per cento”.

Ferrari spiega che “gli psicologi parlano di analfabetismo numerico emotivo: una incapacità di ragionare attraverso numeri e fatti su ciò che tocca le nostre corde emotive, su ciò che consideriamo – a torto o a ragione – una minaccia”. Non è quindi un caso che gli errori più significativi degli italiani riguardino la stima della percentuale di musulmani in un periodo caratterizzato dalla crisi migratoria. Secondo Ferrari “causa ed effetto interagiscono in modo bidirezionale: le preoccupazioni informano l’errata percezione, e le percezioni errate generano ulteriore preoccupazione”. Per questo motivo i fatti non riescono a correggere le percezioni: “Se riportare il testo della norma per smontare il mito del Presidente del Consiglio mai eletto, non serve a far capire il funzionamento delle elezioni nel nostro Paese è perché non è importante la fonte, o il fatto, ma il livello di emotività con cui la notizia viene accolta”, conclude Ferrari.

Chi obietta che politici e media abbiano sempre mentito, sottovaluta la differenza sostanziale tra la faziosità nell’informazione e un contesto in cui è accettabile diffondere notizie inventate. Entrambi sono chiaramente deprecabili, ma nel primo caso un dibattito aperto garantisce che le affermazioni di parte possano essere smentite efficacemente con fatti o nuovi dati, o che la loro interpretazione possa essere criticata e rivista. In un contesto di post-verità, invece la confutazione non è efficace, perché i fatti stessi vengono visti come irrilevanti. (...)

Non restano che il buon vecchio spirito critico, la logica, i dati e la pazienza. E in attesa di una soluzione migliore, condivido cinque suggerimenti proposti su Facebook da un caro amico:

1) cerchiamo, leggiamo e postiamo articoli e dati verificati e di fonte riconosciuta
2) leggiamo sempre tutto l’articolo e vediamo i video fino alla fine prima di condividere
3) verifichiamo sempre la fonte prima di condividere
4) ascoltiamo tutti con empatia e invitiamo al dialogo vero
5) rispondiamo a tutti con cortesia ma segnaliamo sempre manipolazioni e falsità costruite ad arte

*** Alice PILIA DRAGO, esperta di politiche pubbliche, Post-verità: contro le percezioni basate sull’emotività 5 suggerimenti, 'ilfattoquotidiano.it', 2 gennaio 2017

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