La solita accusa ai liberali: vi preoccupate soltanto di ristabilire le libertà giuridiche che sono uno strumento per perpetuare la servitù economica: viceversa fin da principio si devono stabilire garanzie che evitino il solito pericolo che le libertà giuridiche servano ai ricchi per asservire i poveri. Questo problema del prius della forma sulla sostanza è il punto cruciale di ogni movimento. Io credo che si debba francamente affermare che la libertà non vuol dire soltanto libertà giuridica negativa (di coscienza, di stampa, di riunione, di religione ecc.), ma vuol dire anche libertà economica positiva (diritto al lavoro, diritto alla casa, diritto all'assistenza medica, diritto all'assistenza di vecchiaia, diritto alla scuola). Bisogna considerare come i nemici della libertà, come partiti non permessi, quelli che negano queste libertà positive, senza le quali quelle negative non hanno senso. Tutte le altre questioni - come si deve organizzare la produzione, la proprietà ecc. - devono essere risolte in funzione di queste libertà positive in modo da garantirle.
*** Piero CALAMANDREI, 1889-1956, politico, avvocato, accademico, Diari, 2 volumi, 1939-1941 e 1942-1945, Edizioni di Storia e Letteratura, 2015, citato da Gian Enrico Rusconi, Il senso di Calamandrei per la religione civile, 'La Stampa', 26 settembre 2016, qui
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