martedì 25 ottobre 2016

#RITAGLI / 'Inciucio', non è 'grande coalizione' (Marco Travaglio)

(...) Immaginiamo che domattina gli italiani eleggano la nuova Camera con l'Italicum e i Consigli regionali il nuovo Senato col meccanismo della "riforma". Per la Camera, stando ai sondaggi, Pd e M5S andrebbero al ballottaggio. Se vincesse il Pd, controllerebbe col 30% dei voti (il 20% degli elettori: 1 italiano su 5) sia la Camera (340 deputati su 630) sia il Senato (15 Regioni su 20 sono rette dal Pd), senza contrappesi: la svolta autoritaria temuta da molti giuristi. Se invece vincessero i 5 Stelle, anziché il regime, avremmo il casino. Il M5S andrebbe al governo con la fiducia della Camera, ma avrebbe contro il Senato targato Pd. E siccome il Senato deve rivotare alcune leggi e può rivotare tutte le altre (a richiesta di 1/3 dei suoi membri) per cambiarle o bocciarle, il Pd potrebbe tenere in scacco il governo a 5 Stelle paralizzando l'attività legislativa. E costringendolo ascendere a patti: quegli “inciuci” che Renzi dice di aver abolito.

Questo, intendiamoci, dimostra solo che Renzi mente sia quando nega la svolta autoritaria sia quando dichiara finita l'era degli inciuci. Ma non è detto che sarebbe una disgrazia. In democrazia il Parlamento è il primo contraltare del governo. Da due anni il democratico Obama è costretto a patteggiare col Congresso a maggioranza repubblicana. E la Merkel deve coabitare con i suoi tradizionali avversari socialdemocratici, perché col 43% dei voti non ha la maggioranza parlamentare per governare da sola (maggioranza che l'Italicum le avrebbe regalato addirittura al primo turno). Ma questo non si chiama “inciucio”, si chiama “grande coalizione”. E non si è formata “la sera delle elezioni”, quando la propaganda renziana ci racconta che è obbligatorio sapere “chi governerà per cinque anni”. Ma tre mesi dopo il voto, al termine del lungo conclave fra Cdu e Spd per verificare i termini dell'accordo di governo e scrivere nel dettaglio le leggi da approvare insieme durante la legislatura. Gli inciuci sono patti segreti fra partiti avversari che si accordano in pochi giorni o minuti, magari la sera stessa delle elezioni. Ma non sulle leggi da approvare insieme, bensì sugli affari da dividersi insieme. Vi viene in mente qualcosa, o qualcuno? 

*** Marco TRAVAGLIO, giornalista e saggista, direttore di 'Il Fatto Quotidiano', O regime, o casino, 'Il Fatto Quotidiano', 23 ottobre 2016



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