L'introduzione di quote di genere come strumento per promuovere l' empowerment femminile è molto dibattuto in Europa e differenti sono le opinioni in merito da parte di politici, sociologi ed economisti.
Secondo gli ultimi dati pubblicati dalla Commissione Europea nell'anno in corso, la presenza femminile nei consigli di amministrazione delle maggiori imprese quotate, in Europa, è in media circa il 21,2%, rispetto all'11,9% del 2010.
Questo incremento è dovuto a progressi concentrati in alcuni paesi, in particolare in quelli in cui sono state introdotte misure legislative che prevedono le c.d. "quote" di genere, come l'Italia (+21,2 %) e la Francia (+20,5 %).
Le quote sembrano, quindi, rappresentare una misura efficace per aumentare la rappresentanza femminile nei vertici aziendali e così promuovere una maggiore uguaglianza di genere. (...)
*** Ilaria LI VIGNI, avvocata, La presenza di genere nei Consigli di Amministrazione a cinque anni alla Legge Golfo Mosca, 'HrOnLine', ottobre 2016
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Caro Massimo,Ti ringrazio davvero per avermi ospitato nel Tuo interessante blog e non è la prima volta...
RispondiEliminaIl tema è importante e, come sappiamo, ancora per nulla acquisito nella nostra cultura italiana, sia di uomini che di donne. Permangono, verso le quote rosa, resistenze e rifiuti, non solo di matrice 'maschista', ma provenienti pure da molto ambiente femminile. Le leggi possono essere un aiuto, decisivo ma momentaneo: un 'mezzo-per', non certo 'la' soluzione. Il problema sta nell'affermare nella nostra società un'uguaglianza 'interiorizzata', dunque culturalmente radicata. Ed è ben sintetizzato dalle tre sfide che indichi nella conclusione del tuo articolo.
RispondiEliminaGrazie.
Leggi orientate sono indispensabili per stimolare il necessario cambiamento culturale senza il quale non si riusciranno a fare passi avanti. Brava Ilaria, non dobbiamo mollare!
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