si prende il mio calore e chiude gli occhi.
Di nuovo sola fino a questa soglia.
I desideri fragili che allungano
le mani dell’estate sono ancora
nascosti come i nidi tra le foglie
sono rimasti in alto e senza voli.
Via dalle luci d’acqua e dai frastuoni
delle strade che filano sul mare
via dall’aria che prende alla schiena.
Ma noi restiamo qui come le radio
dimenticate accese in piena notte
come le insegne che hanno perso qualche luce
ma cercano lo stesso di brillare.
*** Isabella LEARDINI, 1978, poetessa, Il cane che ai miei piedi guarda l'alba, da Una stagione d'aria, in Nuovi poeti italiani 6, Einaudi, 2012. Anche in 'parcopoesia', qui
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