La cosa più sgradevole è la presa per i fondelli. Dopo aver vinto le primarie e aver trionfato alle elezioni europee del 2014 al grido “via i partiti dalla Rai”, Matteo Renzi e i suoi il 4 agosto 2016 occupano pure i telegiornali. Se il premier si fosse presentato agli elettori rivendicando il diritto dell’esecutivo di fare ciò che vuole dell’informazione televisiva le decisioni di oggi, avallate a maggioranza da un consiglio di amministrazione come al solito pavido e lottizzato, sarebbero risultate fastidiose, ma almeno coerenti con un progetto di governo. L’uomo però è quel che è. Ormai lo ha ampiamente dimostrato: trova gli slogan migliori per mettersi in sintonia con l’opinione pubblica, li usa per ottenere consensi e poi, se gli conviene, li disattende in maniera plateale. (...)
*** Peter GOMEZ, giornalista e saggista, direttore di 'ilfattoquotidiano.it', ‘Via i partiti dalla Rai’, ovvero come Renzi promette ma non mantiene, 'ilfattoquotidiano.it', 4 agosto 2016
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