Sappiamo, da sempre, che i due eroi principali descritti da Omero sono Achille per quanto riguarda l’Iliade e Ulisse per l'Odissea.
C’è però un terzo eroe che ritroviamo sulla scena del grande assedio alla città di Troia, ovvero: Ettore. Luigi Zoja (psicoanalista Junghiano), in un libro straordinario intitolato appunto "Il gesto di Ettore" lo descrive come l'eroe più intimo, modesto, privo di quella hybris (arroganza) tipica sia di Achille che di Ulisse. Ettore è contemporaneamente: Guerriero e Padre. Lui non combatte per la gloria personale, per essere ricordato nei secoli come il più valoroso dei guerrieri, combatte per difendere la sua gente dall'assedio, è un eroe che vive costantemente in relazione agli altri, agli affetti.
Ma qual è il gesto che lo consegna alla storia come un padre degno di essere pienamente imitato nei secoli futuri? Per capirlo dobbiamo fare un passo indietro. Ettore, come sappiamo, uccide Patroclo che si era travestito da Achille. Achille decide di riprendere la battaglia dopo che si era ritirato perché adirato con Agamennone, deciso soprattutto a vendicare il suo amato compagno. Ettore sa molto bene che Achille è il più valoroso dei achei, è un semidio, quasi invincibile (quasi perché sappiamo che ha una parte vulnerabile del suo corpo, il tallone). Ettore è consapevole che affrontando Achille morirà, eppure non si ritira, nonostante le preghiere delle donne che cercano di dissuaderlo. Prima fra tutte la moglie Andromaca che lo accosta piangendo e, prendendogli la mano, dice: “Infelice, proprio il tuo valore ti ucciderà. Non hai pietà del piccolo ancora in fasce, né di me, che sarò vedova tra poco, quando gli achei tutti insieme, ti assaliranno [...] Ettore tu sei per me sposo e insieme padre, madre, fratello. Non fare un figlio orfano, me vedova."
Il conflitto di Ettore è tra essere padre e marito vicino ai suoi affetti oppure scendere nella battaglia, morire e rischiare di consegnare per sempre Troia agli achei. Ma egli non ha alcun dubbio, i suo principi e la sua etica lo spingono verso quello che deve essere, verso i suoi valori di combattente.
E infatti risponde ad Andromaca: “Lo so. So tutto questo. Ma avrei troppa vergogna dei troiani e delle troiane se non fossi in battaglia. Da sempre ho imparato a essere forte.” [...]
"Dette queste parole, Ettore tende le braccia al figlio che si spaventa perché il padre ha l'armatura e l'elmo sovrastato da un'imponente chioma. A questo punto madre e padre sorridono. Ettore si sfila l'elmo, lo pone a terra e può abbracciare il figlio [...] Formulando un augurio per il futuro, alza il figlio in alto con le braccia e con il pensiero. Continua Zoia: questo gesto sarà per tutti i tempi il marchio del padre. Ettore prega per il bambino, sfidando le leggi dell'epica in suo favore." Ma qual è questa sfida, rivoluzionaria, di Ettore padre? La vera rivoluzione sta nell’augurio che pronuncia a favore del figlio: “Zeus e voi altri dei, rendete forte questo mio figlio. E che un giorno, vedendolo tornare dal campo di battaglia, qualcuno dica: È molto più forte del padre".
Ettore è un padre che sfida la tradizione classica ma, a mio avviso, anche moderna, che vorrebbe il padre in competizione con il figlio, timoroso che il figlio lo superi nel tempo, un padre preso da se stesso, direi troppo spaventato dall’altro, figli compresi. Che vuole bene ai figli ma sempre all’interno di una strada ben segnata che lo vuole dominante. “Ma Ettore – prosegue Zoia – prega gli dei perché accordino proprio il contrario: che suo figlio diventi più forte di lui. Oggi non è facile immaginare un padre altrettanto generoso. Le interpretazioni prevalenti vedono nei rapporti padre-figlio una costante presenza d’invidia e di gelosia.”
Nel giorno della festa del papà il gesto di Ettore ci dà una speranza nuova, per noi tutti e per le generazioni future...
Le citazioni dell’Iliade sono tratte dal testo di Luigi Zoja (2000) Il gesto di Ettore, Bollati Boringhieri.
*** Sergio STAGNITTA, psicologo e psicoterapeuta, Il gesto di Ettore: padre e guerriero, blog 'L'Espresso', 19 marzo 2016, qui
In Mixtura 1 altro contributo di Sergio Stagnitta qui
Sul libro di Zoja, segnalo anche questa bella recensione di Antonio Castagna: http://www.polemos.it/doc_recensioni/02.html .
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