Il 65% dei ragazzi che si affaccia oggi al mondo della scuola farà un lavoro che non esiste ancora
Leggere, scrivere e far di conto: magari. Sembra che gli italiani siano in fondo alle graduatorie internazionali di rilevazione delle competenze linguistiche e matematiche. Se la cultura è ciò che resta nella memoria quando si è dimenticato tutto (Skinner), occorre interrogarsi su quali siano oggi le reali necessità formative perché i nostri giovani abbiano successo nel lavoro e nella vita.
I bisogni formativi per vivere e lavorare nel XXI secolo - La moderna società, globalizzata e tecnologica, offre grandissime opportunità di comunicazione e condivisione, informazione in tempo reale, possibilità di scambio, opportunità di crescita, velocità di azione. La sua complessità tuttavia pone non poche criticità e punti di attenzione.
In questa società moderna non si possono più fare pianificazioni e progetti a lungo termine e, dal punto di vista lavorativo, non esiste ormai più la certezza di un impiego che duri uguale a se stesso nel tempo. Oggi il concetto di comunità è messo in crisi dall’individualismo eccessivo ed anche il rispetto delle regole di convivenza civile e dello stesso Stato sembra cedere il passo all’opportunismo e alla convenienza di parte (uno spunto utile arriva da Bauman: La società dell’incertezza, 1999 e Vite di corsa, 2008). A causa della fortissima influenza delle tecnologie, la vita reale delle persone fisiche è affiancata sempre più incisivamente da una vita virtuale, sia nel lavoro che a livello di relazioni personali (vedi: Danni collaterali, Bauman, 2011).
Molti giovani di fronte alle disorientanti caratteristiche dell’attuale mondo moderno tendono a ritrarsi, ad isolarsi e chiudersi in spazi propri, quasi a proteggersi da qualcosa di vorticoso dal quale si sentono minacciati. Si rifugiano spesso nella rete, nelle relazioni virtuali, senza essere stati preparati o informati delle regole e delle minacce ivi presenti. Per questo tanti educatori, genitori ed insegnanti, si interrogano su come rendere un mondo così complesso un’opportunità invece che un pericolo. È necessaria una formazione che sviluppi la capacità di reagire alle sollecitazioni esterne in modo maturo e responsabile, che sviluppi un comportamento sociale “resiliente”, tale che chi lo possiede non si trovi in balìa di forze che non è in grado di comprendere e controllare, ma sappia reagire in maniera appropriata e consapevole.
Howard Gardner, nel suo libro Cinque chiavi per il futuro (2007), indica le cinque “intelligenze” necessarie per affrontare i cambiamenti richiesti dalla società del XXI secolo: la prima, di base, è disciplinare, l’insieme di ciò che si è studiato e si conosce; la seconda è sintetica, per integrare ciò che si conosce nelle varie aree interdisciplinari; la terza è creativa, per non rimanere bloccati di fronte a problematiche sconosciute e saper affrontare e risolvere problemi complessi mediante il pensiero laterale e l’inventiva ; la quarta è rispettosa, per non vedere la diversità come un pericolo, ma come una ricchezza, qualcosa o qualcuno che porta valori, un’opportunità; l’ultima è etica, per sapersi prendere le proprie responsabilità e sentirsi co-artefici di ciò che accade. (...)
*** Flavia GIANNOLI, esperta di didattica e di e-Learning, docente di Matematica e Fisica al Liceo Scientifico, formatrice di Insegnanti, saggista, Andare a scuola non basta più alla formazione, 'senzafiltro', 29 marzo 2016
LINK articolo integrale qui
Nessun commento:
Posta un commento