Benché il mio amore sia una vecchia canzone alle tue orecchie,
Delle ore passate all’ombra dei tuoi gesti
Bevendo nella tua bocca il profumo dei sorrisi
Delle notti che vissi ninnato
Dalla grazia ineffabile dei tuoi passi eternamente in fuga
Porto la dolcezza di coloro che accettano malinconicamente.
E posso dirti che il grande affetto che ti lascio
Non porta l’esasperazione delle lacrime né il fascino delle promesse
Né le misteriose parole dei veli dell’anima...
È una calma, una dolcezza, un traboccare di carezze
E richiede solo che tu riposi quieta, molto quieta
E lasci che le mani ardenti della notte incontrino senza fatalità lo
sguardo estatico dell’aurora.
*** Marcus Vinícius de MORAES, 1913–1980, poeta, cantante, compositore, drammaturgo e diplomatico brasiliano, Tenerezza, da ‘sagarana.net’, n. 56, luglio 2014, qui
https://it.wikipedia.org/wiki/Vin%C3%ADcius_de_Moraes
In Mixtura 1 altro contributo di Vinícius de Moraes qui
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