In cento hanno iniziato ad affiancare agli studi religiosi una preparazione accademica di stampo femminista, con l'obiettivo di combattere le pratiche discriminatorie che le donne tibetane subiscono dentro e fuori i monasteri. Ma i vertici ecclesiastici liquidano i concetti di femminismo e parità tra i sessi come "occidentali"
Al Larung Gar Buddhist Institute, nella provincia cinese del Sichuan, un gruppo di monache buddiste ha iniziato a combattere dall’interno le pratiche discriminatorie in vigore nella dottrina spirituale buddista tibetana. L’istituto, la più grande “università del buddismo tibetano” al mondo, ospita più di diecimila studenti e studentesse che hanno intrapreso il cammino spirituale del Buddha nella variante tibetana, residenti in un complesso austero a 4000 metri sul livello del mare in un territorio cinese appartenuto in passato al cosiddetto “Tibet storico”, dove l’etnia tibetana – di estrazione rurale – rappresenta ancora una parte consistente della popolazione locale. (...)
*** China Files, La rivolta delle monache buddiste contro la dottrina: “Vogliamo parità di genere”, 'ilfattoquotidiano.it', 18 marzo 2016
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