venerdì 16 ottobre 2015

#SENZA_TAGLI / Pensionati, in Indonesia (Julio Gonzalez)

Bapak Andi, nato a Java e trasferito a Jakarta dai tempi dell’università , ha deciso di ritirarsi ufficialmente dal mondo del lavoro all’età di 60 persone, dopo aver lavorato per più di 35 anni in diverse aziende private in Indonesia. Oggi ha 67 anni e dedica il suo tempo lavorando in attività di sviluppo sociale nella zona Est di Jakarta, una delle più povere della megalopoli con 12 millioni di abitanti. I centri sociali stanno supportando la creazione di un senso di comunità tra gli abitanti, che è un aspetto molto importante nella cultura indonesiana. La maggior parte delle persone che vivono a Jakarta sono immigrati da altre isole indonesiane, come Sumatra, o da altre città di Giava. Avendo lasciato le loro comunità dei villaggi di origine hanno perso il contatto con un “gruppo di supporto” che tradizionalmente si autosostiene nella gestione dei figli, degli ammalati e dei più anziani. Vivendo nella megalopoli, questi legami devono essere ricostruiti e i centri sociali sono un punto di riferimento.

Andi è un volontario nei centri sociali e nelle scuole della zona. Le sue competenze come amministratore e la sua laurea in Giurispudenza sono preziose per ottenere le corrette informazioni dalla immensa burocrazia del Paese e garantire il corretto funzionamento dei servizi. Chiamato con affetto “Bapak”, parola che nella lingua nazionale , il Bahasa, significa ‘Signore’ e viene usata per chiamare con rispetto tutti i Senior, Andi ha ricoperto durante la sua carriera posizioni in Logistica, Acquisti, Amministrazione, Affari Societari in varie aziende.

Si è pensionato formalmente a 55 anni, che era all’epoca l’età minima necessaria, e ha lavorato per altri cinque anni come consulente in varie aziende. Lavorare come consulente dopo il pensionamento era una prassi che molti professionisti del paese hanno esercitato in passato. Questa pratica ha permesso alle aziende di preservare la conoscenza in certe aree critiche (soprattutto dopo il boom degli anni ‘80 e ‘90), in attesa che le nuove generazioni fossero preparate e pronte a ricoprire i ruoli.

L’Indonesia è il paese più popolato del Sud Est Asiatico. Composto da 17.507 isole, viene considerato il più grande Stato-arcipelago del mondo. Con più di 250 milioni di abitanti è il quarto Paese più popoloso del mondo ed è uno dei più grandi Paesi di religione mussulmana. Complessivamente l’economia continua a garantire buoni tassi di crescita con un PIL superiore al 5%.

La sua popolazione è giovane: il 29% ha meno di 14 anni mentre solo il 5% ne ha più di 65. Come accade anche in altri paesi emergenti, le aspettative di vita stanno aumentando man mano che le condizioni generali migliorano. Secondo fonti riportate nel Jakarta Post, negli ultimi anni le donne vivono in media 72 anni e gli uomini 70; se si considera che negli anni ‘90 l’aspettativa di vita generale era di circa 62 anni, ci si rende conto di come questo paese stia migliorando velocemente le proprie condizioni di vita. Questo scenario in rapida evoluzione fa sì che il sistema pensionistico nazionale incominci a mostrare i primi sintomi di possibile insostenibilità : le leggi e le pratiche che regolavano la pensione in vigore fino a poco tempo fa erano state definite durante gli anni ‘70 quando la speranza di vita media della popolazione era di 52 anni. Vent’anni di meno in media!

Dal 1° Luglio 2015, una nuova legge ha introdotto alcuni importanti cambiamenti. L’età minima per andare in pensione sarà di 56 anni e questa soglia continuerà ad aumentare di un anno ogni 3, fino ad arrivare ai 65 anni come età target. Inoltre, cosa importantissima, viene istituito un vero sistema pensionistico che coprirà tutti i lavoratori, il cui finanziamento sarà risultato di partecipazione economica congiunta tra il datore di lavoro e il lavoratore, basata su una percentuale del reddito annuo. Il nuovo sistema darà una rendita mensile una volta che il lavoratore andrà in pensione. Per l’Indonesia, questo è un cambiamento epocale soprattutto per i lavoratori del settore privato. Secondo statistiche dell’ILO (International Labor Organization), nel 2011 solo 8,6% del lavoratori economicamente attivi erano coperti da una rendita pensionistica mensile.

La nuova “pensione” si unisce alla pratica dell’ Old Age Saving System (“Sistema di Risparmio per la Vecchiaia”) che fino ad oggi rappresentava l’unico sistema pensionistico comune per lavoratori , privati e pubblici e che rimane ancora attivo nella nuova prassi. Questo programma facoltativo può essere paragonato ad una cassa di previdenza in cui il datore di lavoro e il dipendente contribuiscono alla creazione di un fondo nel corso degli anni lavorativi. Con lo schema dell’Old Age Saving, il dipendente poteva andare in pensione a 55 anni, ricevendo il totale ammontare del fondo e gli interessi in un unico pagamento. La maggior parte delle persone non ha tuttavia re-investito in nessun modo questi soldi, né ha mai creato un sistema che gli garantisse una rendita costante durante la vecchiaia.

Bapak Andi vede di buon occhio la nuova legge. Lui si considera uno dei pochi fortunati: la sua pensione include sia la rendita dal fondo ‘Old Age Saving’ che una rendita mensile dal sistema pensionistico privato che era in uso nella sua azienda, ma molti degli anziani nei suoi centri sociali non hanno la sua tranquillità economica e Andi è fiducioso che in futuro la nuova legge permetterà una maggiore serenità ai Senior del paese, anche a quelli di Jakarta Est.

*** Julio GONZALEZ, manager internazionale, Essere senior in Indonesia, 'osservatoriosenior.it', settembre 2015, qui



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