(...) Lanciato come servizio di streaming nel 2007, Netflix è oggi la tv on line più diffusa al mondo. Ha 62 milioni di abbonati in oltre 50 paesi e mette a disposizione più di 100 milioni di ore di show televisivi, serie tv originali, documentari, lungometraggi tutto via Internet, godibili dunque su smart tv, tablet, smartphone, computer e consolle per videogiochi. Ha prodotto in tre anni 320 ore di contenuti originali, tra cui tre film e 18 serie televisive ottenendo 45 nomination agli Emmy Award con 16 vittorie (in gran parte per “House of Cards”), 13 al Golden Globe con due conquiste (incluso l’attore Billy Bob Thornton per “Fargo” prodotto dai fratelli Coen) e due all’Oscar, senza trofei.
L’organico mondiale è di oltre duemila dipendenti e il fatturato si aggira attorno ai 5,5 miliardi di dollari. È quotata al Nasdaq, dove entrò nel 2002 al prezzo di collocamento di 15 dollari. Lunedì 29 ne valeva 645. In America può contare su 41 milioni di iscritti, ma ora il mercato internazionale, rivela il manager Joris Evers, cresce più di quello statunitense e l’obiettivo finale è quello di diventare globali. (...)
Ma perché uno abituato al telecomando e a centinaia di canali tv deve andare sul computer e scegliere Netflix? Ecco la risposta dei diretti interessati: con un solo abbonamento accedi a migliaia di programmi che puoi vedere ovunque e in qualsiasi momento, costa poco, non ha pubblicità. L’80% è costituito da programmi americani il 20% europei o italiani. Se è vero che “House of cards” verrà trasmesso da Sky Atlantic (alla quale Netflix ha ceduto i diritti dopo averla creata con successo e stupore dello stesso Kevin Spacey) e che “Orange is the New Black” è stata presa da Mediaset Premium, il catalogo è comunque molto vario, da “Grace and Frankie” con Jane Fonda a “Bloodline”, da “Chef’s table” (con l’Italia rappresentata da Massimo Bottura dell’Osteria francescana di Modena, puntata andata in onda il 26 aprile in America) a “Daredevil” a “Marco Polo”, con Lorenzo Richelmy nel ruolo principale e Pierfrancesco Favino. Poi “Narcos”, una serie tv originale che racconta la storia del traffico di droga del cartello di Pablo Escobar e che probabilmente ha qualche analogia con “Gomorra” realizzata da Sky. (...)
*** Claudio LINDNER, giornalista, Perché l'arrivo in Italia di Netflix fa tremare Rupert Murdoch e Silvio Berlusconi, 'espresso.repubblica.it', 7 luglio 2015
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