Sono in cucina a farmi un caffè e un toast, suona il telefono, il numero è sconosciuto.
- Pronto?
- Pronto, buongiorno, avrebbe pochi minuti per rispondere a un sondaggio?
- Pochi minuti quanti?
- Diciamo due o tre?
- Ok, vada.
- Grazie. La avviso che la telefonata sarà interamente registrata in modo da garantire la
- Sì sì, lo so, vada.
- Ah, ok. Allora, dunque, lei viaggia in treno?
- Be', sì. Diciamo che mi capita di prendere qualche treno ogni tanto.
- Quanti treni prende in un mese?
- Guardi, di preciso non saprei.
- Più di uno, più di dieci, nessuno?
- Dunque, mi faccia pensare. Direi...una settantina?
- Una sett?
- 'Ttantina.
- E' una battuta?
- No, perché?
- Cioè, lei prende SETTANTA treni in un mese?
- Sì, più o meno. Ma è una stima eh. A luglio saranno stati un centinaio.
- Scusi, lei lavora sui treni?
- In che senso?
- E' tipo un macchinista, o un controllore, o che ne so?
- No no, ci viaggio e basta.
- Allora è un pendolare? C'è una tratta che predilige?
- No.
- No?
- No. Faccio tratte sempre diverse. Tipo settimana scorsa ho fatto l'Adriatica e sono andato a Bari, stasera prenderò un regionale per Brescia, l'altro ieri ne ho preso uno per Arezzo. A proposito, è molto bella Arezzo, sa?
- Immagino. Quindi lei è un libero professionista?
- Sì, penso si possa dire così.
- Posso chiederle che lavoro fa?
- Sa che è una bella domanda? Direi che...racconto storie, credo.
- Mi scusi?
- Racconto storie. Certe volte coi disegni, certe volte con le parole. Qualche volta anche al telefono.
- Come al telefono?
- Be', un po' come adesso, no? Questa non è forse una storia?
- Non saprei. Lo è?
- Ma certo. Vuole sapere come comincia?
- Non ne sono sicura.
- Allora, c'era un tizio che era in cucina a farsi un caffè e un toast, dopo una nottata passata con una bambina di tre anni distesa sullo sterno che gli ha tossito in faccia i-nin-ter-rot-ta-men-te per otto ore di fila. Quando la bambina è rotolata addosso alla mamma, dopo aver fatto uscire le due figlie maggiori per prendere il pulmino per la scuola, il tizio si è detto: Aaah, adesso mi preparo un bel caffè e un toast e mi metto qui sul divano per qualche minuto a guardare la puntata di "Ciao sono Hiro" quella su "l'insalàda di fruto di passsione e calamaaali cludi", e sul più bello che il caffè sta salendo nella moka e Hiro ha cominciato ad affettare i calamaaali, ecco che il telefono squilla. Il numero è sconosciuto, ma il tizio risponde lo stesso. E' una signorina che gli chiede se ha due minuti per rispondere a un sondaggio, facciamo tre, e lui dice di sì anche se sa già in partenza che saranno almeno dieci e gli toccherà bere il caffè freddo e mangiare il toast bruciato.
- Lei è molto buffo, sa?
- Dice?
- Sì, soprattutto quando dice: calamaaali. Lì fa proprio ridere. Me lo dice ancora?
- Calamaaali!
- Ahahaha.
- Lei ha una bellissima risata, sa?
- Grazie.
- Non sto facendo il lumacone per cercare di irretirla, eh? Non fraintenda.
- No no, ma non si preoccupi. E poi, per telefono come farebbe a irretirmi?
- Non mi sottovaluti, volendo ho una tecnica infallibile.
- E quale sarebbe?
- Calamaaali!
- Ahahaha.
- Uh, madonna!
- Che succede?
- Niente, mi si è appena bruciato il toast.
- Ah, mi dispiace. Allora vuol dire che siamo arrivati alla fine della sua storia.
- Mannò, non può essere così banale, facciamo un finale a sorpresa, dai.
- Tipo?
- Tipo che le faccio il vento al telefono, mi viene benissimo.
- Guardi, non so se.
- WHOOOSSSShhhhSSShhhhh!
- Cioè, ma fa impressione!
- Vero? E' la mia specialità.
- E la storia finisce così?
- No no, finisce con lei che riappende all'improvviso, però ridendo.
- All'improvviso, e perché mai?
- Perché si ricorda d'un tratto che la telefonata è registrata.
- Oddio!
- Calamaaali!
- Ahahaha.
Riappende.
Sorseggio il caffè freddo sul divano e addento il mio toast bruciato.
Hiro ha cominciato a spiegare il tonno impanato con pistaccchio e purè di avocaaado.
*** Matteo BUSSOLA, 1971, fumettista, scrittore e conduttore radiofonico, ‘facebook’, 26 gennaio 2022, qui
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