Ho sempre provato ribrezzo e paura per uomini come Putin: autocrati prigionieri di io grandiosi capaci di tutto.
La guerra di aggressione all’Ucraina (trasformata, nella 'vecchia-nuova' neolingua orwelliana, in una banale e asettica ‘operazione speciale’), con relativa invasione per ‘denazificare il Paese’ (una 'proiezione', si direbbe in psicologia), ne è la riprova eclatante.
Ci si sorprende: ma non ci si dovrebbe sorprendere.
E comunque, dopo aver sottoscritto tutta la possibile lista di qualificazioni negative per giustamente stigmatizzare i leader patologici che fanno gli zar imperialisti del XXI secolo, mi sia consentito provare un’analoga nausea per la canea di retorica a difesa dei valori democratici che si leva da tutto il mondo.
La disonestà intellettuale è la causa prima di quello sfascismo globale di principi, valori, idee e comportamenti che sta intossicando il pianeta e l’Occidente in particolare.
Che gli Usa gridino agli stupri perpetrati nei confronti di altre nazioni è il massimo della malafede: avremo la memoria del pesciolino rosso, ma qualcosa in testa non si cancella.
E solo per andare a un unico ricordo, tralasciandone altri anche più recenti che riguardano il nostro mondo, retoricamente sempre tanto ricco di 'idealità' sgargianti e salvifiche (pensiamo a Afghanistan, Iraq, Libia, Somalia, ex Jugoslavia...), viene in mente Henry Kissinger, quando nel 1973 giustificava il colpo di stato in Cile, favorito dagli Usa, nel nome della difesa degli interessi nazionali americani e fingendo di preoccuparsi dei poveri cileni ritenuti irrimediabilmente irresponsabili. Candido e spudorato (quindi, almeno lui, senza quella melensa ipocrisia che oggi ci annega), diceva: «Non vedo alcuna ragione per cui ad un paese dovrebbe essere permesso di diventare marxista soltanto perché il suo popolo è irresponsabile. La questione è troppo importante perché gli elettori cileni possano essere lasciati a decidere da soli».
‘Nessuno è innocente’ non è una comoda espressione da aria fritta usata per nascondere le responsabilità di ognuno.
E’ un modo, invece, per esaltare le proprie responsabilità: non scaricare le colpe ad altri e assumersele in proprio.
Magari per tentare, in futuro, con un sovrappiù di auto-consapevolezza conquistata, se non di essere innocenti al 100% (impresa da santi), di essere meno colpevoli.
E, soprattutto, per provare a smettere, oggi, subito, di essere assassini. E 'criminali di guerra'.
Dovrebbe valere per tutti: per i comuni mortali senza potere, ma soprattutto per chi è a capo di democrature o di democrazie.
Queste ultime, peraltro, sempre meno democrazie e sempre più oligarchie e plutocrazie che le fanno assomigliare alle prime. Con una sola differenza: che ci sommergono, ogni giorno che passa, di retorica falsa e insopportabile sulla democrazia. Mentre le democrature, senza infingimenti, se non altro si vantano di essere quello che sono.
*** Massimo Ferrario, Putin e noi, basta, per 'Mixtura'
In Mixtura ark #Spilli di Massimo Ferrario qui
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