All’uomo è stata così a lungo inculcata l’illusione di un continuo e progressivo miglioramento della civiltà, che si cerca di dimenticare il più in fretta possibile ciò che è vecchio per non perdere la coincidenza con il mondo nuovo e migliore la cui immagine viene continuamente sbandierata sotto il naso della gente da incorreggibili progressisti. La nostra nevrastenica ricerca della novità di domani è una malattia e non è civiltà. Civiltà significa essenzialmente continuità e prevede un’ampia conservazione dell’antico; la ricerca del nuovo invece crea inciviltà e sfocia in pura barbarie.
*** Carl Gustav JUNG, 1875-1961, medico e psicoanalista svizzero, fondatore della psicologia analitica, Civiltà in transizione, il periodo fra le due guerre, Opere, 10/2, Bollati Boringhieri, edizione elettronica, 2014
https://it.wikipedia.org/wiki/Carl_Gustav_Jung
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