Oggi che è iniziata la scuola in molte Regioni italiane, mi pongo una domanda: ma l'anima della scuola qual è? Ovvero: cosa anima la scuola? Quale deve essere il suo spirito?
"La scuola non deve essere una prova ultima di vita, ma un gioco di vita". Parole che Sigmund Freud scrisse più di 100 anni fa, nel 1909, soprattutto perché preoccupato dell'alto tasso di suicidi tra i giovani. Di suicidio giovanile si parla poco. Lo disse Umberto Galimberti tempo fa quando ricordò che il problema sollevato all'epoca da Freud è ancora attuale. Naturalmente non bisogna cadere nell'errore di imputare tutti i disagi giovanili alla scuola. Ma se è vero che tutti i giovani vanno a scuola oppure l'abbandonano, allora una domanda sull'anima della scuola, in che cosa questa consiste o dovrebbe consistere, bisogna necessariamente porsela.
La risposta già l'ha data il dott. Freud: "un gioco di vita". Cioè un contesto dove si impara divertendosi. Dove gli insegnanti sono veri animatori della conoscenza. Dove la socializzazione viene al primo posto. Dove si insegna a giocare con la vita, ovvero ad essere leggeri senza essere superficiali, ad essere responsabili senza essere pesanti, ad imparare a rispettare le regole comuni senza però diventare degli automi. Un gioco di vita ricordando che mai si può giocare con la vita degli altri. Un gioco di vita fatto di arti e cultura vissute in modo emozionale. Solo il libro, solo la lezione, solo le regole, solo i voti o i giudizi, solo l'impegno, solo le attitudini non bastano. Ci vuole ben altro per trasformarli in gioco di vita.
Ci vuole un cambiamento di mentalità scolastica così radicale da non dover più scomodare il dott. Freud per ricordarci quale dovrebbe essere l'anima della scuola.
L'augurio che faccio alla nostra società è questo. Chissà se nel corso della mia vita, forse un giorno quando sarò anziano, se ci arriverò, riuscirò a vedere la scuola impostata come un gioco di vita.
*** Stefano GRECO, consulente, formatore, saggista, L'anima nella scuola, facebook, 14 settembre 2020, qui
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