quando vedi che l’anima spira
e rimane il corpo
come una bambola di stracci
senza fili.
Non mi aspettavo
di vedere questo
quella mattina
quando il cielo fioriva
su un giorno nuovo.
Nulla mi aveva
preparata prima
per quello che sarebbe seguito.
La linfa saliva nei gambi dei fiori
come la gioia
nei vasi comunicanti
di un corpo soddisfatto.
Su un angolo del tavolo
è rimasta la tazza.
Il thè rimasto era
di meno di quello
portato nella morte.
Oh, quanto sarebbe stato bello,
ho pensato da egoista,
dopo,
come sarebbe stato bello
se gli fosse rimasta abbastanza vita
per finire almeno
tutto il thè.
*** Otilia ŢEPOSU, 1958, giornalista e poeta, L'ultimo thè, traduzione di Elisa Macadan, in 'atelierpoesia.it', 17 aprile 2019, qui
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