giovedì 6 ottobre 2016

#LINGUA_ITALIANA / 'Configlio', non è 'figliastro' (Paolo D'Achille)

Già prima che il dibattito parlamentare sulle unioni civili determinasse la massiccia presenza, sui giornali, alla radio e alla televisione, dell’espressione 'stepchild adoption', tradotta come ‘adozione del figlio del partner’, in redazione erano arrivati molti quesiti su come tradurre in italiano il termine inglese stepchild evitando figliastro. La proposta di usare il neologismo configlio, avanzata da Francesco Sabatini alla tv, poi fatta propria dal gruppo Incipit e accolta, tra gli altri, da Michele Ainis e da Enrico Mentana, ha provocato ulteriori domande. Torniamo pertanto sull’argomento, anche per rispondere ai dubbi espressi da alcuni lettori su questo neologismo e per discutere di altre possibili alternative. 

Bisogna segnalare anzitutto, come ha rilevato lo stesso Sabatini, che anche il termine inglese stepchild ha una connotazione negativa perché lo step iniziale non ha niente a che vedere con step ‘tappa, passo’, ma ha una base etimologica che implica uno ‘strappo’. È verissimo, in ogni caso, che la sua resa in italiano con figliastro/figliastra (che pure si sente usare, talvolta, nel doppiaggio) appare improponibile, non solo perché questi termini sono, oltre che desueti (sul piano giuridico i figliastri non esistono più), anche connotati negativamente (si usa l’espressione figli e figliastri per alludere a ingiuste disparità di trattamento, per esempio sul piano pensionistico o della tassazione), ma anche perché risalgono a una fase storica in cui un nuovo matrimonio era possibile solo dopo la perdita del coniuge e quindi implicavano la morte di uno dei due genitori; si poteva dunque essere figliastri rispetto a un patrigno o una matrigna che prendeva il posto, in famiglia, di un padre o una madre scomparsi ed essere quindi fratellastri o sorellastre dei figli nati da questo secondo matrimonio (o anche dei figli che il patrigno o la matrigna, se vedovi anch’essi, avevano avuto dalla precedente unione coniugale). (...)

*** Paolo D'ACHILLE, professore ordoinario di linguistica italiana, Il 'configlio' non è un 'figliastro', 'accademiadellacrusca.it', 2 agosto 2016

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