Confesso che vedere la destra italiana, solitamente 'amerikana', che se la prende con le interferenze 'americane' fa provare qualche attimo di (puerile) soddisfazione.
"Terribile" dover concordare con Brunetta e Gasparri e ricordare con loro che, in Italia, in base ad una Costituzione non ancora del tutto rottamata, "la sovranità appartiene al popolo".
Ma tant'è. Viviamo tempi in cui accade pure questo.
Potremmo consolarci col fatto che, essendo grande la confusione sotto il cielo, la situazione è favorevole. Ma non essendo io mai stato maoista e continuando a far fatica a vedere bicchieri pieni laddove sono sempre più vuoti, mi limito a restare confuso. Del resto, una confusione in più o in meno, non cambia il quadro generale. Di confusione.
C'è un solo elemento di certezza in tutto questo.
Ed è la pervicace abitudine degli americani, mai dismessa negli anni, di sempre insegnare, e talvolta pure imporre a tutti anche con la violenza delle armi, il loro modello di pensiero, di vita e di politica.
Ritenuto ovviamente oggettivo e universale.
Dunque da esportare in tutto il mondo.
L'arroganza con cui hanno conquistato il continente ce l'hanno dentro dalla nascita. E ne sanno qualcosa i legittimi indigeni: i pochi sfuggiti al genocidio dei nuovi cow boy immigrati.
Sembra impossibile far capire agli americani che gli alleati non sono sudditi.
Del resto l'impossibilità deriva anche dal fatto che bisognerebbe che i sudditi sapessero la distinzione.
So che posso essere accusato di esagerare.
Qualcuno, nel caso specifico dell'intervento a gamba tesa dell'ambasciatore John Phillips sul voto per il sì al referendum costituzionale, ha parlato di semplice gaffe.
Mi pare francamente una minimizzazione comoda per chi, con il ruolo di potere che oggettivamente riveste sulla scena del mondo, commette simili intrusioni di campo: tanto più quando l'interessato non pare aver ammesso pubblicamente l'inopportunità dell'intervento.
Il presidente Mattarella ha dichiarato: «Il mondo si è molto interconnesso: quindi ogni avvenimento che avviene in un paese importante, e l’Italia è un paese importante, è seguito con attenzione anche all’estero. Naturalmente questa considerazione non muta in nulla il fatto che la sovranità sia demandata agli elettori».
Mi permetto di sottolineare che un conto è l''interesse' che nel mondo persone e paesi diversi possono avere per un 'paese importante come il nostro' e un conto è tentare di influenzare i nostri processi di vita democratica con ambasciatori, agenzie di rating o altri poteri, tecnici o economici, più o meno forti.
Concordo invece, ovviamente, sul fatto che la sovranità appartiene al popolo.
Spero che anche noi ne siamo consapevoli. Più di quanto spesso appaia.
So che posso essere accusato di esagerare.
Qualcuno, nel caso specifico dell'intervento a gamba tesa dell'ambasciatore John Phillips sul voto per il sì al referendum costituzionale, ha parlato di semplice gaffe.
Mi pare francamente una minimizzazione comoda per chi, con il ruolo di potere che oggettivamente riveste sulla scena del mondo, commette simili intrusioni di campo: tanto più quando l'interessato non pare aver ammesso pubblicamente l'inopportunità dell'intervento.
Il presidente Mattarella ha dichiarato: «Il mondo si è molto interconnesso: quindi ogni avvenimento che avviene in un paese importante, e l’Italia è un paese importante, è seguito con attenzione anche all’estero. Naturalmente questa considerazione non muta in nulla il fatto che la sovranità sia demandata agli elettori».
Mi permetto di sottolineare che un conto è l''interesse' che nel mondo persone e paesi diversi possono avere per un 'paese importante come il nostro' e un conto è tentare di influenzare i nostri processi di vita democratica con ambasciatori, agenzie di rating o altri poteri, tecnici o economici, più o meno forti.
Concordo invece, ovviamente, sul fatto che la sovranità appartiene al popolo.
Spero che anche noi ne siamo consapevoli. Più di quanto spesso appaia.
*** Massimo Ferrario, Americani, e italiani, per Mixtura
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