Ricordo lo stupore di uno dei miei figli, 4-5 anni, quando sul tavolo dello studio ha visto appoggiati dei soldi: «ma come, ti raccontano le storie e ti pagano anche?» Per lui, avido ascoltatore di favole e racconti, era inconcepibile che io venissi pagata per ascoltare storie.
E’ vero, ci raccontano le storie e ci pagano pure... forse perché è solo se c’è un altro a riconoscerci, a riconoscere la nostra storia che noi non ci sentiamo desolatamente esposti alla follia, alla distruzione, alla disumanizzazione. Se c’è qualcuno, anche solo un altro essere umano, che ci ascolta, allora siamo già un po’ salvi. Abbiamo poggiato almeno un piede sulla terraferma.
*** Pina GALEAZZI, psicoanalista di matrice junghiana, Se sapessimo mai cos’è l’umano..., ‘Rivista di psicologia analitica’, numero dedicato a Umano, disumano, n.25, 2008.
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